Vita Chiesa

BENEDETTO XVI HA PRESO POSSESSO DELLA SUA DIOCESI: ‘IL PAPA NON E’ UN SOVRANO ASSOLUTO’

Il Papa “non è un sovrano assoluto” e la sua “potestà di insegnamento” non è una minaccia alla “libertà di coscienza” né “una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero”. Prendendo possesso oggi pomeriggio della cattedra di vescovo di Roma, in San Giovanni in Laterano, Benedetto XVI è tornato a parlare del ruolo di successore di Pietro ribadendo che il suo compito è essenzialmente quello di “confermare i fratelli” e di “essere testimone del Cristo risorto”.

Nell’omelia nel giorno della solenne “intronizzazione” come vescovo di Roma il nuovo pontefice ha teso la mano alle aspirazioni ecumeniche di tutte le Chiese cristiane e anche ai cattolici più riottosi verso il magistero pontificio. Ha riconosciuto inoltre l’importanza degli “esperti” e della ricerca biblica e teologica, pur sottolineando il “mandato più grande” che ha il Papa nell’insegnare la fede.

“Dall’alto di questa cattedra il vescovo di Roma – ha detto Benedetto XVI – è tenuto costantemente a ripetere: Dominus Jesus, ‘Gesù è il Signore’, come Paolo scrive nelle sue lettere ai romani”. La cattedra di Roma, ha proseguito, ‘”è il simbolo della potestas docenti, quella potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici”. Quando la Sacra Scrittura e la Chiesa, ha rilevato Benedetto XVI, cadono “in preda alle dispute degli esperti”, il cui lavoro è pure “importante e prezioso”, è necessario che ci sia “un mandato più grande, che non può scaturire dalle sole capacità umane. Per questo occorre la voce della Chiesa viva, di quella Chiesa affidata a Pietro e al collegio degli apostoli fino alla fine dei tempi”.

“Questa potestà di insegnamento – ha osservato – spaventa tanti uomini dentro e fuori la Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è così – è la risposta del Papa – Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori e, in senso assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario, il ministero del Papa è garanzia all’obbedienza verso Cristo e verso la sua Parola”.

“Egli – ha sottolineato – non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo”. E qui Benedetto XVI ha ricordato la difesa fatta da Giovanni Paolo II della “inviolabilità dell’essere umano dal concepimento fino alla morte naturale”. ”Davanti a tutti i tentativi, apparentemente benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni della libertà”, ha detto Ratzinger, il suo predecessore, sottolineò “in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale” Perché la “libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù”.

Rivolgendosi poi ai romani, papa Ratzinger ha rimarcato che “in quanto cattolici, in qualche modo siamo tutti romani” e che tutti i fedeli devono “cercare di essere sempre più cattolici, cioé sempre più fratelli e sorelle nella grande famiglia di Dio, quella famiglia in cui non esistono stranieri”.

Benedetto XVI ha poi spiegato ai fedeli presenti che “l’Ascensione di Cristo (di cui oggi viene celebrata la solennità, ndr) non è un viaggio nello spazio verso gli astri più remoti. Significa che Egli non appartiene più al mondo della corruzione e della morte che condiziona la nostra vita”. Inoltre, ha proseguito, “ognuno di noi può dare del tu al Signore. Egli si trova sempre a portata di voce. Possiamo allontanarci da Lui interiormente. Possiamo vivere voltandoGli le spalle. Ma Egli ci aspetta sempre, ed è sempre vicino a noi”. Ogni cristiano ha aggiunto il Papa- a suo modo, può e deve essere testimone del Signore risorto. Quando leggiamo i nomi dei santi possiamo vedere quante volte siano stati, e continuino ad essere, anzitutto degli uomini semplici, uomini da cui emanava, ed emana, una luce splendente capace di condurre a Cristo”.

Omelia per l’insediamento a San Giovanni in Laterano (7 maggio 2005)