Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: IL PRETE DEVE SOTTRARSI ALLA MENTALITA’ DOMINANTE

“Nel tempo in cui viviamo è particolarmente importante che la chiamata a partecipare all’unico Sacerdozio di Cristo nel Ministero ordinato fiorisca nel ‘carisma della profezia’: c’è grande bisogno di sacerdoti che parlino di Dio al mondo e che presentino a Dio il mondo; uomini non soggetti ad effimere mode culturali, ma capaci di vivere autenticamente quella libertà che solo la certezza dell’appartenenza a Dio è in grado di donare”: lo ha detto questa mattina in Vaticano il Papa, ricevendo in udienza i 600 partecipanti al convegno “Fedeltà di Cristo, Fedeltà del Sacerdote”, promosso dalla Congregazione per il Clero in occasione dell’ “Anno Sacerdotale”. Salutando i presenti, Benedetto XVI ha sottolineato che si tratta di vescovi e presbiteri “molti dei quali responsabili nazionali o diocesani del Clero e della formazione permanente”. “Nel modo di pensare, di parlare, di giudicare i fatti del mondo, di servire e amare, di relazionarsi con le persone, anche nell’abito, – ha proseguito il Papa – il sacerdote deve trarre forza profetica dalla sua appartenenza sacramentale, dal suo essere profondo. Di conseguenza, deve porre ogni cura nel sottrarsi alla mentalità dominante, che tende ad associare il valore del ministro non al suo essere, ma alla sua funzione, misconoscendo, così, l’opera di Dio, che incide nell’identità profonda della persona del sacerdote”. Proseguendo nel suo discorso ai partecipanti al convegno internazionale promosso dalla Congregazione per il Clero, il Papa ha affrontato l’argomento del celibato sacerdotale. “L’orizzonte dell’appartenenza ontologica a Dio – ha affermato – costituisce (..) la giusta cornice per comprendere e riaffermare, anche ai nostri giorni, il valore del sacro celibato, che nella Chiesa latina è un carisma richiesto per l’Ordine sacro (cfr Presbyterorum Ordinis, 16) ed è tenuto in grandissima considerazione nelle Chiese Orientali (cfr CCEO, can. 373). Esso è autentica profezia del Regno, segno della consacrazione con cuore indiviso al Signore e alle ‘cose del Signore’ (1Cor 7,32), espressione del dono di sé a Dio e agli altri”. Il Papa ha quindi sottolineato che “quella del sacerdote è, pertanto, un’altissima vocazione, che rimane un grande Mistero” e che “gli uomini e le donne del nostro tempo ci chiedono soltanto di essere fino in fondo sacerdoti e nient’altro. I fedeli laici – ha proseguito – troveranno in tante altre persone ciò di cui umanamente hanno bisogno, ma solo nel sacerdote potranno trovare quella Parola di Dio che deve essere sempre sulle sue labbra; la Misericordia del Padre, abbondantemente e gratuitamente elargita nel Sacramento della Riconciliazione; il Pane di Vita nuova, ‘vero cibo dato agli uomini’”.Sir