Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN VISITA AL MINORILE DI CASAL DEL MARMO: GAETANO GRECO (CAPPELLANO), «IL MASSIMO RICONOSCIMENTO»

“Un momento importante e significativo nella storia dell’Istituto soprattutto perché Benedetto XVI ha scelto come prima visita nell’ambito penitenziario proprio il carcere dei minori”. Così padre Gaetano Greco, cappellano dell’Istituto penitenziario di Casal del Marmo di Roma, commenta al Sir la visita che papa Ratzinger compirà domenica nell’Istituto per minori di Roma. “Questo significa – aggiunge – una attenzione particolare al tema dei giovani e degli adolescenti e in modo particolare di giovani che vivono situazioni di disagio e di difficoltà. E questo mi sembra un elemento di particolare importanza: mettere all’atteznione del mondo intero questa problematica”. La visita che papa Benedetto XVI ha scelto – prosegue padre Greco – è pastorale e questo nell’ambito religioso ha un significato che si rivolge alla vita quotidiana di cui il papa vuole informarsi, conoscere”. “Noi chiederemo al Papa – conclude padre Greco – che questa visita non sia solo una visita di una giornata ma ci porti veramente nel cuore. Il Papa che celebra l’Eucaristia tra noi è il massimo riconoscimento per tutto quello che abbiamo vissuto, sperato e sognato”. Attualmente i minori detenuti presso l’Istituto penitenziario per Minori di Casal del Marmo sono una cinquantina, in prevalenza stranieri. All’interno dell’istituito opera l’associazione “Volontari Casal del Marmo”, fondato dallo stesso padre Greco.

50 ragazzi detenuti nel carcere minorile di Casal del marmo offriranno a Benedetto XVI oggetti artistici fabbricati con le loro mani nei laboratori di pittura, falegnameria e tappezzeria, quale segno di riconoscenza per la visita. Poi leggeranno una lettera al Papa. La richiesta segreta che farebbero, nel profondo, sarebbe “Liberaci tutti!” Lo racconta oggi al SIR padre Gaetano Greco, cappellano del carcere minorile di Roma dove domenica il Santo Padre celebrerà la messa, per poi incontrare i ragazzi nella palestra dell’istituto. “C’è un’attesa frenetica da parte dei ragazzi – racconta padre Greco -, sono curiosi ed entusiasti. Al Papa i ragazzi chiederebbero la libertà, ma poi riflettendo con loro, si rendono conto che per loro è già importante sentirsi al centro dell’attenzione. Si aspettano cose buone in funzione della loro detenzione ma anche della loro libertà, possibilmente. Anche i ragazzi ortodossi e musulmani (molto pochi in questo momento) attendono con la stessa ansia”.

Padre Greco si augura che l’attenzione generale “metta al centro dell’interesse della nazione e dei politici il tema della giustizia minorile” e “il tema degli adolescenti in genere, in un momento così tragico come quello che stiamo vivendo oggi in Italia, a causa dei tanti ‘colpi di testa’ dei ragazzi che leggiamo sui giornali”. E ricorda che “a pagare in carcere sono sempre i più poveri e sprovveduti: qui ci sono 50 ragazzi colpevoli soprattutto di essere soli, senza famiglia, stranieri. Ma le denunce sono molte di più”. “Nonostante la qualità dei servizi per i minori – continua – gli strumenti non sono ancora sufficienti. C’è bisogno di uno sforzo in più nel sociale, la risposta educativa va chiesta prima, in un discorso forte di prevenzione e attenzione all’area adolescenziale. Serve anche un attento reinserimento sociale, che risponda alle istanze dei ragazzi. Si tratta di aiutarli con la scuola, i laboratori, lo sport”. Sir