Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: LA SOLLECITUDINE DELLA CHIESA VERSO LA FAMIGLIA MIGRANTE E ITINERANTE

“Non bisogna dimenticare che la famiglia, anche quella migrante e itinerante, costituisce la cellula originaria della società, da non distruggere, ma da difendere con coraggio e pazienza”. Lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI, ricevendo in udienza, nella Sala Concistoro, i membri del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti in occasione della Sessione plenaria dello stesso Pontificio Consiglio. La famiglia, ha chiarito il Papa, “rappresenta la comunità nella quale fin dall’infanzia si è formati ad adorare e amare Dio, apprendendo la grammatica dei valori umani e morali e imparando a fare buon uso della libertà nella verità. Purtroppo in non poche situazioni questo avviene con difficoltà, specialmente nel caso di chi è investito dal fenomeno della mobilità umana”. Di qui “la sollecitudine della Chiesa verso la famiglia migrante” e “l’interesse pastorale per quella in mobilità”. Per il Santo Padre, “questo impegno a mantenere un’unità di visione e di azione fra le due ‘ali’ (migrazione e itineranza) della mobilità umana può aiutare a comprendere la vastità del fenomeno ed essere, al tempo stesso, di stimolo a tutti per una specifica pastorale, incoraggiata dai Sommi Pontefici e auspicata dal Concilio Ecumenico Vaticano II e adeguatamente sostenuta da documenti elaborati dal vostro Pontificio Consiglio”.

“Nella sua azione di accoglienza e di dialogo con i migranti e gli itineranti – ha ricordato Benedetto XVI – la comunità cristiana ha, come punto di riferimento costante, la persona di Cristo nostro Signore. Egli ha lasciato ai suoi discepoli una regola d’oro secondo cui impostare la propria vita: il comandamento nuovo dell’amore”. Richiamando “il profondo legame che unisce” l’eucaristia e il sacramento del matrimonio, il Papa ha evidenziato: “Opportunamente la pastorale familiare si rifarà a questo dato sacramentale come a suo riferimento di fondamentale importanza. Chi va a Messa – e bisogna facilitarne la celebrazione anche per i migranti e gli itineranti – trova nell’eucaristia un fortissimo rimando alla propria famiglia, al proprio matrimonio, ed è incoraggiato a vivere la propria situazione in prospettiva di fede”. Il Santo Padre ha posto un’altra questione: “A nessuno sfugge che la mobilità umana rappresenta, nell’attuale mondo globalizzato, una frontiera importante per la nuova evangelizzazione”. Di qui l’incoraggiamento al Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti “a proseguire nell’impegno pastorale con rinnovato zelo”.

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