Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: MANTENERE VIGILE IL SENSO DI RESPONSABILITÀ NEI CONFRONTI DELLA SCIENZA

“Non sempre gli scienziati” indirizzano le loro ricerche al bene dell’uomo. A rilevarlo è stato Benedetto XVI, nell’udienza concessa questa mattina ai partecipanti al convegno “Fiducia nella ragione”, che si è aperto oggi a Roma (Università Lateranense, fino al 18 ottobre). Per il Papa, “il facile guadagno o, peggio ancora, l’arroganza di sostituirsi al Creatore svolgono, a volte, un ruolo determinante. E’ questa una forma di hybris della ragione, che può assumere caratteristiche pericolose per la stessa umanità”. La scienza, d’altronde, “non è in grado di elaborare principi etici; essa può solo accoglierli in sé e riconoscerli come necessari per debellare le sue eventuali patologie”. In tale contesto, la filosofia e la teologia diventano “degli aiuti indispensabili con cui occorre confrontarsi per evitare che la scienza proceda da sola in un sentiero tortuoso, colmo di imprevisti e non privo di rischi”. Ciò non significa affatto “limitare la ricerca scientifica o impedire alla tecnica di produrre strumenti di sviluppo – ha precisato il Pontefice -; consiste, piuttosto, nel mantenere vigile il senso di responsabilità che la ragione e la fede possiedono nei confronti della scienza, perché permanga nel solco del suo servizio all’uomo”. “A dieci anni di distanza, uno sguardo attento all’Enciclica Fides et ratio permette di coglierne con ammirazione la perdurante attualità” ha detto questa mattina il Papa ai partecipanti al convegno “Fiducia nella ragione”. L’Enciclica, ha osservato, “si caratterizza per la sua grande apertura nei confronti della ragione, soprattutto in un periodo in cui ne viene teorizzata la debolezza. Giovanni Paolo II sottolinea invece l’importanza di coniugare fede e ragione nella loro reciproca relazione” e con questo magistero, ha spiegato Benedetto XVI, la Chiesa “ha voluto difendere la forza della ragione e la sua capacità di raggiungere la verità”. Una ragione che non crea la verità, ma la “scopre” secondo “la lezione di sant’Agostino” ha precisato, che sente cioè che, “oltre a ciò che ha già raggiunto e conquistato, esiste una verità che non potrà mai scoprire partendo da se stessa, ma solo ricevere come dono gratuito. La verità della Rivelazione non si sovrappone a quella raggiunta dalla ragione; purifica piuttosto la ragione e la innalza”. Il Pontefice ha infine rimarcato “la provvidenziale coincidenza” del convegno con il Sinodo dei Vescovi in corso, sottolineando che la “risposta definitiva” alla domanda di senso dell’uomo è “una Parola di rivelazione che diventa vita e che chiede di essere accolta come sorgente inesauribile di verità”.Sir