Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, MESSA CRISMALE: DIO SI E’ MESSO ALLA RICERCA DI NOI

Una grande catechesi sugli “oli sacri” con alcune considerazioni finali sul ruolo dei cristiani nel mondo, oggi: questa l’omelia di Benedetto XVI alla messa crismale del Giovedì Santo, presieduta nella basilica di S. Pietro, in Vaticano, con 30 cardinali, 60 vescovi e migliaia tra presbiteri, religiosi e fedeli. “Al centro della liturgia di questa mattina – ha detto il Papa aprendo l’omelia – sta la benedizione degli oli sacri – dell’olio per l’unzione dei catecumeni, di quello per l’unzione degli infermi e del crisma per i grandi Sacramenti che conferiscono lo Spirito Santo: Confermazione, Ordinazione sacerdotale e Ordinazione episcopale. Nei Sacramenti – ha proseguito – il Signore ci tocca per mezzo degli elementi della creazione (..) I Sacramenti sono espressione della corporeità della nostra fede che abbraccia corpo e anima, l’uomo intero”. Benedetto XVI ha poi preso in considerazione il primo dei tre oli che viene benedetto: l’olio dei catecumeni. “Quest’olio – ha detto – indica come un primo modo di essere toccati da Cristo e dal suo Spirito”. “Mediante questa prima unzione, che avviene ancora prima del Battesimo, il nostro sguardo si rivolge quindi alle persone che si mettono in cammino verso Cristo – alle persone che sono alla ricerca della fede, alla ricerca di Dio. L’olio dei catecumeni ci dice: non solo gli uomini cercano Dio. Dio stesso si è messo alla ricerca di noi”. “Abbiamo davanti a noi la schiera delle persone sofferenti: gli affamati e gli assetati, le vittime della violenza in tutti i Continenti, i malati con tutti i loro dolori, le loro speranze e disperazioni, i perseguitati e i calpestati, le persone col cuore affranto – ha poi affermato Benedetto XVI a proposito del secondo olio, quello “degli infermi”. “Il guarire è un incarico primordiale affidato da Gesù alla Chiesa, secondo l’esempio dato da Lui stesso che risanando ha percorso le vie del Paese. Certo, il compito principale della Chiesa è l’annuncio del regno di Dio. Ma proprio questo stesso annuncio deve essere un processo di guarigione”, ha poi continuato sottolineando che “la prima e fondamentale guarigione avviene nell’incontro con Cristo che ci riconcilia con Dio e risana il nostro cuore affranto. Ma oltre questo compito centrale fa parte della missione essenziale della Chiesa anche la guarigione concreta della malattia e della sofferenza. L’olio per l’Unzione degli infermi è espressione sacramentale visibile di questa missione”. Al riguardo, il Papa ha citato alcune figure di santi e beati che si sono particolarmente dedicati ai malati e sofferenti: Elisabetta di Turingia, Vincenzo de’ Paoli, Louise de Marillac, Camillo de Lellis fino a Madre Teresa, affermando che “attraversa il mondo una scia luminosa di persone, che ha origine nell’amore di Gesù per i sofferenti e i malati”. Il Papa ha quindi parlato del “più nobile degli oli ecclesiali, il crisma .. olio dell’unzione sacerdotale e di quella regale, unzioni che si riallacciano alle grandi tradizioni d’unzione dell’Antica Alleanza”. Facendo riferimento al Battesimo e alla Confermazione, ha affermato: “I cristiani sono popolo sacerdotale per il mondo. I cristiani dovrebbero rendere visibile al mondo il Dio vivente, testimoniarLo e condurre a Lui. Quando parliamo di questo nostro comune incarico, in quanto siamo battezzati, ciò non è una ragione per farne un vanto. È una domanda che, insieme, ci dà gioia e ci inquieta: siamo veramente il santuario di Dio nel mondo e per il mondo? Apriamo agli uomini l’accesso a Dio o piuttosto lo nascondiamo?”. Si è poi chiesto: “Non siamo forse noi – popolo di Dio – diventati in gran parte un popolo dell’incredulità e della lontananza da Dio? Non è forse vero che l’Occidente, i Paesi centrali del cristianesimo sono stanchi della loro fede e, annoiati della propria storia e cultura, non vogliono più conoscere la fede in Gesù Cristo?”. Ha quindi rivolto una invocazione: “Abbiamo motivo di gridare in quest’ora a Dio: ‘Non permettere che diventiamo un non-popolo! Fa’ che ti riconosciamo di nuovo! Infatti, ci hai unti con il tuo amore, hai posto il tuo Spirito Santo su di noi. Fa’ che la forza del tuo Spirito diventi nuovamente efficace in noi, affinché con gioia testimoniamo il tuo messaggio!”. Verso la conclusione dell’omelia nella Messa Crismale, Benedetto XVI ha fatto un accenno alle dolorose vicende recenti nella Chiesa, affermando: “Nonostante tutta la vergogna per i nostri errori, non dobbiamo, però, dimenticare che anche oggi esistono esempi luminosi di fede; che anche oggi vi sono persone che, mediante la loro fede e il loro amore, danno speranza al mondo. Quando il prossimo 1o maggio verrà beatificato Papa Giovanni Paolo II, penseremo pieni di gratitudine a lui quale grande testimone di Dio e di Gesù Cristo nel nostro tempo, quale uomo colmato di Spirito Santo. Insieme con lui pensiamo al grande numero di coloro che egli ha beatificato e canonizzato e che ci danno la certezza che la promessa di Dio e il suo incarico anche oggi non cadono nel vuoto”. Il pensiero conclusivo del Papa è stato per tutti i presbiteri: “Con grande gratitudine per la vocazione e con umiltà per tutte le nostre insufficienze – ha detto – rinnoviamo in quest’ora il nostro ‘sì’ alla chiamata del Signore: Sì, voglio unirmi intimamente al Signore Gesù – rinunciando a me stesso … spinto dall’amore di Cristo”.Sir