Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, MESSAGGIO URBI ET ORBI, APPELLO PER LA PACE NEL MONDO

Nonostante un cielo grigio e una pioggia battente, migliaia di persone si sono raccolte sul sagrato della Basilica di San Pietro per partecipare alla messa di Pasqua officiata stamani da Benedetto XVI. La cerimonia, celebrata integralmente in lingua latina, è stata trasmessa in diretta televisiva da 102 emittenti per 67 paesi diversi. Di fronte a una distesa colorata di ombrelli, il Papa ha officiato la solenne cerimonia indossando il piviale e la mitra del predecessore da cui ha preso il nome, Benedetto XV, il Pontefice dell’appello alle potenze mondiali contro ”l’inutile strage” del primo conflitto mondiale. Al termine della messa – che ha visto a fianco del Papa i cardinali diaconi Agostino Cacciavillan e Giovanni Lajolo – Benedetto XVI ha rivolto gli auguri ai fedeli in diverse del mondo, prima di impartire la benedizione “urbi et orbi” (“alla città e al mondo”) restando sul sagrato di San Pietro invece che dalla loggia centrale della Basilica”. Quante volte le relazioni tra persona e persona, tra gruppo e gruppo, tra popolo e popolo, invece che dall’amore, sono segnate dall’egoismo, dall’ingiustizia, dall’odio, dalla violenza!”, ha detto Benedetto XVI al termine della messa, invitando, prima di passare ai saluti e alla benedizione “urbi et orbi” (testo integrale), all’impegno dei cristiani in tutti i luoghi di conflitto e dovunque si manifestino le ”piaghe dell’umanità”. Queste piaghe sono ”aperte e doloranti in ogni angolo del pianeta, anche se spesso ignorate e talvolta volutamente nascoste; piaghe che straziano anime e corpi di innumerevoli nostri fratelli e sorelle”. Per questo nel messaggio, il Papa ha chiesto ”la ricerca di soluzioni che salvaguardino il bene e la pace” nelle regioni del pianeta tormentate da conflitti: ”Come non pensare in questo momento – ha aggiunto -, in particolare, ad alcune regioni africane, quali il Darfur e la Somalia, al martoriato Medioriente, e specialmente alla Terrasanta, all’Iraq, al Libano, e infine al Tibet, regioni per le quali incoraggio la ricerca di soluzioni che salvaguardino il bene e la pace!”. Al termine del messaggio pasquale Benedetto XVI ha pronunciato i suoi auguri pasquali in 63 lingue, dallo swahili, all’arabo e al cinese, passando l’ebraico, l’aramaico, il birmano, il vietnamita, il cambogiano, il romanes (idioma del popolo rom), il mongolo e l’esperanto.Nel pomeriggio Benedetto XVI si trasferirà nella residenza di Castel Gandolfo per un breve periodo di riposo. Domani, ad ogni modo, reciterà da lì l’angelus festivo, che nel periodo che va da Pasqua a Pentecoste assume il nome di Regina Coeli. (Fonte: Misna)