Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: «NON RIDURRE LA FEDE AD ATTIVISMO O SCALTREZZA POLITICA»

Centralità della fede nell’esperienza ecclesiale e rapporto tra scienza e fede sono i due temi principali toccati da Benedetto XVI nell’odierno incontro con la Congregazione per la dottrina della fede – da lui presieduta per oltre 20 anni – al termine della sua Sessione plenaria. “Non posso non ricordare, con una certa commozione – ha detto il Papa – questo periodo così intenso e proficuo”. Il Santo Padre ha ricordato che la vita ecclesiale, “senza la percezione della centralità della fede cristiana”, può perdere “la sua originale vivacità” e logorarsi, “riducendosi in uno sterile attivismo o riducendosi a scaltrezza politica dal sapore mondano”. E nel confronto tra fede e progressi della scienza, a volte “così rapidi da rendere assai complesso riconoscere come essi siano compatibili con le verità rivelate da Dio sull’uomo e sul mondo”, secondo il Papa è di “vitale importanza” approfondire “la conoscenza delle verità scoperte dalla ragione”. “La Chiesa – ha precisato – accoglie con gioia le autentiche conquiste della conoscenza umana e riconosce che l’evangelizzazione esige anche un reale farsi carico degli orizzonti e delle sfide che il sapere moderno dischiude”. E “i grandi progressi del sapere scientifico, cui abbiamo assistito nel secolo scorso, hanno aiutato a comprendere meglio il mistero della creazione, segnando profondamente la coscienza di tutti i popoli”.

Ma “talora – ha precisato – alcune affermazioni del sapere scientifico sono state addirittura contrapposte” alle verità rivelate dalla fede. “Ciò può aver provocato una certa confusione nei fedeli – ha osservato – ed anche costituito una difficoltà per la proclamazione e la recezione del Vangelo”. “È perciò di vitale importanza – ha suggerito – ogni studio che si proponga di approfondire la conoscenza delle verità scoperte dalla ragione, nella certezza che non vi è competitività alcuna tra la ragione e la fede”.

“Approfondendo continuamente la conoscenza di Cristo”, ha detto, “possiamo mostrare agli uomini e alle donne del nostro tempo che la fede in Lui non è senza rilevanza per le sorti dell’umanità: essa è anzi il compimento di tutto ciò che è autenticamente umano. Solo in questa prospettiva potremo offrire risposte convincenti all’uomo in ricerca”: “Il compito di evangelizzare richiede oggi, come urgente priorità, un simile impegno. Il dialogo fra fede e ragione, religione e scienza, offre non solo la possibilità di mostrare all’uomo di oggi, in modo più efficace e convincente, la ragionevolezza della fede in Dio, ma altresì di mostrare che in Gesù Cristo risiede il compimento definitivo di ogni autentica aspirazione umana. In questo senso, un serio sforzo evangelizzatore non può ignorare gli interrogativi che sorgono anche dalle odierne scoperte scientifiche ed istanze filosofiche”.Sir