Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: OMELIA AI VESCOVI SVIZZERI, «DIO NON FALLISCE»

“Dio non fallisce. O più esattamente: inizialmente Dio fallisce sempre, lascia esistere la libertà dell’uomo, e questa dice continuamente no. Ma la fantasia di Dio, la forza creatrice del suo amore è più grande del no umano”. Questo, per Benedetto XVI, “il tema comune” delle letture della messa concelebrata ieri, 7 novembre, con i vescovi svizzeri in visita ad limina. Nell’omelia, il cui testo è stato diffuso oggi dalla Sala stampa della Santa Sede, il Papa afferma che se “Dio fallisce in Adamo – e così apparentemente nel corso di tutta la storia”, Egli in realtà “non fallisce”, poiché “scende fino agli abissi più profondi dell’essere uomo… Vince la superbia con l’umiltà e con l’obbedienza della croce” traendo “nuove opportunità di misericordia”. Citando San Gregorio Magno, il Papa ha spiegato che “quando l’uomo è occupato interamente dal suo mondo” non “percepisce più il Divino”. Eppure “Dio non fallisce, nemmeno oggi”. “Anche se sperimentiamo tanti no” ha concluso Benedetto XVI, riferendosi alle chiese, ai seminari e alle case religiose sempre più vuoti, Dio continuerà a trovare “nuove vie per chiamare gli uomini”.

Sulla “centralità di Dio” si decide oggi “il destino del mondo”. Ad affermarlo è Benedetto XVI, nell’omelia rivolta ai vescovi svizzeri. “Ci sono tanti problemi che devono essere risolti” ha detto il Papa, ma ciò non sarà possibile “se Dio non viene messo al centro, se Dio non diventa nuovamente visibile nel mondo, se non diventa determinante nella nostra vita”. “In questo, ritengo, si decide oggi il destino del mondo – ha sottolineato -, in questa situazione drammatica: se Dio – il Dio di Gesù Cristo – c’è e viene riconosciuto come tale, o se scompare”. Mettendo in guardia dai rischi che anche “in campo ecclesiastico”, l’impegno sostituisca la fede “senza “incontrare Dio”, Benedetto XVI ha esortato ad impegnarsi “nell’ascolto del Signore, nella preghiera, nella partecipazione intima ai sacramenti” imparando “i sentimenti di Dio nel volto e nelle sofferenze degli uomini, per essere così contagiati dalla sua gioia”, e per “guardare con Lui, e partendo da Lui, il mondo”.Sir