Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: UDIENZA AI RABBINI CAPO DI ISRAELE

“Un ulteriore passo nel processo di costruzione di più profonde relazioni tra cattolici ed ebrei, un corso che ha ricevuto un nuovo impulso ed energia dalla Nostra Aetate e dalle molte forme di contatto, dialogo e cooperazione che hanno la loro origine nei principi e nello spirito del documento”. Lo ha detto questa mattina Benedetto XVI ricevendo in udienza nella sua residenza di Castel Gandolfo i due rabbini capo di Israele, il sefardita Shlomo Moshe Amar e l’askenazita Yona Metzeger. Gli ospiti sono stati accolti “a cuore aperto” dal Pontefice che ha inteso così ricordare il 40° anniversario della dichiarazione conciliare “Nostra Aetate” sulle relazioni della Chiesa cattolica con le religioni non cristiane pubblicata il 28 ottobre 1965.

“Oggi – ha affermato Benedetto XVI – dobbiamo continuare nella ricerca di strade per adempiere a quel compito di cui ho parlato nella recente visita alla Sinagoga di Colonia, di passare la fiaccola della speranza che da Dio è stata data agli ebrei come ai cristiani, perché “mai più” le forze del male arrivino al dominio e le generazioni future, con l’aiuto di Dio, possano costruire un mondo più giusto e pacifico in cui tutti gli uomini abbiano uguale diritto di cittadinanza”. Il Papa ha poi ricordato la Terra Santa e le “sfide” che le comunità ecclesiali locali “devono fronteggiare” e ha ribadito che “pace e religione devono procedere insieme”. Il Pontefice ha anche auspicato che le relazioni diplomatiche tra Israele e Santa Sede “conducano a più solide e stabili forme di cooperazione” e per questo ha dichiarato di “attendere con ansia l’approvazione dell’Accordo fondamentale” relativamente “alle questioni ancora in sospeso”.Sir