Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: COME GESÙ TESTIMONI DI PREGHIERA PER APRIRE FINESTRE

“I cristiani sono chiamati ad essere testimoni di preghiera, proprio perché il nostro mondo è spesso chiuso all’orizzonte divino e alla speranza che porta all’incontro con Dio”. Lo ha detto il Papa, nella parte finale della catechesi dell’udienza generale di oggi, dedicata alla preghiera nella vita di Gesù. L’auspicio di Benedetto XVI è che i cristiani possano “aprire finestre verso il cielo di Dio, per aiutare altri” a percorrere la strada della preghiera poiché “anche per la preghiera vale il fatto che camminando si aprono cammini”. “Educhiamoci ad un rapporto con Dio intenso – le parole del Papa – ad una preghiera non saltuaria ma costante, piena di fiducia, capace di illuminare la nostra vita”, in modo da “poter comunicare alle persone che ci stanno vicino e a chi incontriamo sulla nostra strada la gioia dell’incontro con il Signore, luce per la nostra esistenza”. “Anche nella nostra preghiera – ha affermato il Papa dopo aver ripercorso il modo di pregare di Gesù – dobbiamo imparare sempre di più a entrare nella storia di salvezza di cui Gesù è il vertice, a rinnovare la decisione personale di fare la sua volontà, a chiedere con forza di fare la sua volontà in tutta la vita, in fedeltà al progetto personale di Dio per noi”. “Guardando al modo di pregare di Gesù”, secondo il Santo Padre, “dobbiamo chiederci: come preghiamo noi? Si fa oggi sufficiente educazione e formazione alla preghiera, e chi può esserne maestro?”. Tra le forme di preghiera, Benedetto XVI ha citato “l’importanza della lettura orante della Sacra Scrittura”, e dunque di quella “forma specifica” di preghiera che è la “lectio divina”. “Ascoltare, meditare, tacere di fronte alla Parola del Signore – ha ribadito – è un’arte che si impara praticandola con costanza”. La preghiera, inoltre, è “un dono che chiede di essere accolto”, e che “esige continuità e costanza da parte nostra”, ha proseguito il Papa, ricordando che “anche per Gesù la preghiera era un continuo esercizio”. “Quando le decisioni si fanno urgenti e complesse – ha fatto notare, ad esempio, il Pontefice citando la “consuetudine” di Gesù di pregare di notte, e la preghiera prima della chiamata dei discepoli – la sua preghiera diventa più prolungata e intensa”.“La preghiera di Gesù – ha esordito Benedetto XVI – attraversa tutta la sua vita, come un canale segreto che irriga l’esistenza, le relazioni, i gesto e che lo guida al dono totale di sé”. “Gesù è il sostegno attivo e fraterno di ogni nostro rivolgersi al Padre”, ha proseguito il Santo Padre, che subito dopo ha citato l’episodio del battesimo di Gesù nel Giordano, narrato da Luca nel suo Vangelo. “Perché Gesù si sottopone volontariamente al battesimo?”, si è chiesto il Papa: “non aveva peccato, quindi non aveva bisogno di convertirsi”. Facendosi battezzare da Giovanni Battista nel Giordano, ha risposto Benedetto XVI, “Gesù mostra la sua vicinanza a quella parte del popolo di Israele che considera insufficiente l’essere semplicemente figli di Abramo, ma vuole impegnarsi perché il proprio comportamento sia una risposta fedele all’alleanza proposta da Dio in Abramo”. “Gesù, senza peccato – le parole del Santo Padre – rende visibile la solidarietà con coloro che riconoscono i propri peccati, e che scelgono di cambiare vita e di essere discepoli di Dio”. Nel “gesto” del battesimo, ha proseguito il Papa, “Gesù anticipa la Croce, dà inizio alla sua attività prendendo personalmente il peso del peccato, prendendo sulle spalle il peso dell’intera umanità e accogliendo la volontà del Padre”. (Sir)