Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: AGIRE DA BUONI CRISTIANI E ONESTI CITTADINI

I fedeli cristiani sono chiamati a portare avanti con fede i loro doveri di cittadini, lavorando per riempire la società dello spirito del Vangelo, cercando di attuare quella relazione vitale tra cittadini della città dell’uomo e della città di Dio. È in sintesi quanto richiamato oggi da Benedetto XVI nel corso dell’udienza generale dedicata alla figura di San Massimo, vescovo di Torino (IV sec. D.C.), che nelle sue omelie ribadiva la responsabilità dei cristiani nel promuovere un giusto ordine sociale basato sulla solidarietà con il povero. Leggendo dei passaggi dei sermoni 17 e 18 di San Massimo, ha detto Benedetto XVI, “molti cristiani non solo non distribuiscono le cose proprie, ma rapinano anche quelle degli altri”. Massimo stigmatizzava,inoltre, “forme ricorrenti di sciacallaggio sulle altrui sciagure” esortando, soprattutto le persone agiate della sua comunità cristiana, a non introdurre “in casa un guadagno sbranato” ma ad “agire da cristiani e buoni cittadini che comprano per restituire”. Così facendo, ha detto il Papa, “Massimo giunge a predicare una relazione profonda tra i doveri del cristiano e quelli del cittadino”. Nel difficile contesto storico del tempo, ha proseguito il Pontefice, la figura episcopale di Massimo si ergeva “come sentinella sulla rocca più alta della città”. Davanti al crollo delle autorità civili dell’Impero romano, “Massimo non solo si adopera per rinfocolare nei fedeli l’amore tradizionale verso la patria cittadina, ma proclama anche il preciso dovere di far fronte agli oneri fiscali, per quanto gravosi e sgraditi essi possano apparire”. “E’ evidente – ha concluso Benedetto XVI – che il contesto storico, culturale e sociale è oggi profondamente diverso” ma “restano sempre validi i doveri del credente verso la sua città e la sua patria. L’intreccio degli impegni dell’onesto cittadino con quelli del buon cristiano non è affatto tramontato”.Sir