Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: LA FAMIGLIA, MODELLO DELLA CHIESA

“Il nostro tempo, in mezzo a tante angosce, ha bisogno di speranza, e la nostra speranza viene dalla promessa del Signore e della sua presenza”. Lo ha detto il Papa – nella prima parte dell’udienza generale, svoltasi nella basilica vaticana – parlando a braccio al termine dell’incontro con i presuli della Conferenza episcopale lombarda, ricevuti oggi in occasione della loro visita “ad limina”. “La Chiesa lombarda – ha detto il Pontefice – è una Chiesa viva, ricca di spirito missionario, capace di trasmettere la fiaccola della fede nel cuore delle nuove generazioni. Sono grato del dinamismo della fede che vive nelle diocesi di Lombardia”. “Per crescere nella fedeltà all’uomo, creato a immagine e somiglianza del Creatore – uno dei pensieri della prima parte dell’udienza – occorre con coerenza penetrare più intimamente nel mistero di Cristo e diffonderne il messaggio di salvezza”. Di qui l’invito di Benedetto XVI a “conoscere sempre meglio la figura di Gesù, non solo di seconda mano ma tramite l’incontro con Lui nella preghiera, nella liturgia e nell’amore per il prossimo”. “Andiamo avanti col Signore in questo senso”, l’esortazione con cui il Papa ha salutato i vescovi lombardi.

“Modello di vita coniugale responsabilmente impegnata in tutta la comunità cristiana” e “modello della Chiesa, famiglia di Dio, per tutti i tempi”. Così il Papa ha definito le figure di Aquila e Priscilla, sposi cristiani “importanti collaboratori” dell’apostolo Paolo, al centro dell’udienza generale di oggi, la cui seconda parte si è svolta nell’Aula Paolo VI alla presenza di circa 10mila persone. “Ogni casa può trasformarsi in piccola Chiesa”, ha spiegato il Papa: “Non solo nel senso che in essa deve regnare l’amore umano, ma nel senso che tutta la vita familiare, mossa dalla fede, è chiamata a ruotare intorno all’unica signoria di Gesù Cristo”.

Soffermandosi sul senso generale della predicazione di Paolo, Benedetto XVI ha affermato che “si può dire che l’apostolo moduli la Chiesa intera sul modello della famiglia, e che la Chiesa è in realtà la famiglia di Dio”. Una dimostrazione, questa, di “quanto sia importante l’azione degli sposi cristiani. Quando sono sorretti da una fede e da una forte spiritualità – ha detto il Papa – diventa coraggioso il loro impegno nella Chiesa”, che si traduce “nell’assunzione della comune responsabilità a favore del corpo mistico di Cristo, fosse anche una piccola parte di esso”.

“Per radicarsi e svilupparsi nella terra del popolo – ha affermato il Papa – è necessario l’impegno di queste famiglie per la crescita della fede. E sempre, solo così cresce la Chiesa”. Citando, inoltre, la “gratitudine” più volte espressa da Paolo ad Aquila e Priscilla, Benedetto XVI ha affermato: “Insieme alla gratitudine di Paolo, ci deve essere anche la nostra. Grazie a coppie come Aquila e Priscilla il cristianesimo è giunto alla nostra generazione. Così era nella prima generazione e così sarà anche adesso”. Nella catechesi, il Papa ha ricordato il “rilievo tutto particolare” tributato dalla tradizione alla figura di Priscilla, “memoria di una donna che è stata sicuramente presenza attiva, di molto valore nella storia del cristianesimo romano”. Sir