Vita Chiesa

Beatificazione Clelia Merloni: card. Becciu, «rispose alle ostilità e al disprezzo con la carità»

Il porporato ha delineato «il volto di una donna la cui esistenza è stata segnata in maniera impressionante da patimenti e tribolazioni». «La croce è stata il sigillo di tutta la sua vita! Ma il suo sguardo, specialmente nell’ora della prova, era sempre rivolto a Dio». Ricordando quando «è stata colpita da calunnie che ne hanno determinato la destituzione dal governo e poi addirittura l’allontanamento dall’Istituto da lei fondato», il cardinale ha indicato quello come «il periodo del suo calvario». «Un calvario personale duro e logorante, fatto di solitudine e di isolamento, di indebolimento della salute e di stenti, al limite della disperazione. Fu il momento dell’incontro con il suo Sposo, Gesù Crocifisso».

Ricostruendo i momenti salienti della vita di madre Clelia Merloni, il porporato ha sottolineato come «di fronte al Cuore di Gesù riconosceva la sua volontà di riconciliazione con tutti, trovando la forza di perdonare quanti la perseguitavano». «Pur avendo un carattere forte si dimostrò di una tenerezza straordinaria nel dimenticare le offese subite, testimoniando così la potenza vincitrice della carità».

Infine, il card. Becciu ha evidenziato come madre Clelia espanse «amore ovunque soprattutto verso i più deboli, i più disagiati e adoperandosi per l’assistenza e l’educazione religiosa delle giovani generazioni».

«Madre Clelia formava le suore affinché seguissero la carità di Cristo, spingendosi al di là di ogni difficoltà umana». Lo dice suor Giampaola Voltolini, superiora dell’Istituto Apostole del Sacro Cuore di Gesù, ad Alessandria, in un’intervista pubblicata dal settimanale diocesano «La Voce Alessandrina», in cui parla di madre Clelia Merloni, fondatrice dell’istituto proclamata beata oggi a Roma. La suora ha partecipato oggi alla cerimonia nella basilica di San Giovanni in Laterano. «Per noi è stata madre e maestra: nei suoi scritti ha espresso la profondità del suo carisma e le virtù che le suore devono seguire. Virtù che hanno l’impronta della radicalità evangelica, e si conformano al servizio dei poveri e di tutti coloro che possiamo raggiungere». Indicando i frutti lasciati dalla fondatrice suor Voltolini ricorda che «dal 1916 madre Clelia ha vissuto un periodo di esilio, che malgrado tutto è stato molto fervido». «In quegli anni l’Istituto si è esteso, soprattutto nelle Americhe. La sua è stata una vita crocifissa sull’esempio di Gesù: contestata, calunniata, abbandonata, tradita e morta sulla croce della sofferenza, è poi ‘risorta’ come il Figlio di Dio».