Vita Chiesa

Beni culturali ecclesiastici: mons. Crociata, «720 cantieri aperti»

 Il presule ha snocciolato qualche numero: «L’elenco informatizzato redatto dalle diocesi documenta che, sul territorio nazionale, sono oltre 65.000 le chiese di proprietà ecclesiastica». Ma «è una notizia ancor più rilevante quella relativa ai 720 cantieri aperti attualmente in Italia per il restauro di edifici di culto, segno dell’attenzione a un patrimonio culturale e artistico che costituisce per eccellenza il luogo di riferimento e di appartenenza dell’intera comunità credente». Per mons. Crociata, «qui si coglie l’intuizione profetica che consente, attraverso il gettito proveniente dall’8×1000 alla Chiesa cattolica, di sostenere economicamente un numero così significativo di interventi. Negli ultimi tre anni, sono stati, complessivamente, oltre 1.400 i progetti di restauro presentati annualmente all’Ufficio Nazionale dei beni culturali ecclesiastici». (segue)

«Le nostre chiese – ha osservato mons. Crociata – con la loro presenza e il valore storico-artistico, caratterizzano fortemente il contesto urbano nel quale sono inserite; contribuiscono, quindi, a conferire qualità all’ambiente di vita dell’uomo, una qualità che eleva e crea le migliori condizioni per relazioni significative». Da ciò derivano alcuni necessità: «il dialogo e la collaborazione con le Soprintendenze»; «l’urgenza della formazione e dell’aggiornamento degli operatori diocesani per i beni culturali ecclesiastici»; «la collaborazione attiva e convinta con gli Uffici diocesani coinvolti»; «la cura delle Commissioni diocesane per l’arte sacra e i beni culturali»; «l’attenzione a dare evidenza sul territorio al servizio svolto dagli Uffici diocesani per l’arte sacra e i beni culturali»; «la seria progettazione e programmazione economica degli interventi». Rispetto a quest’ultimo aspetto, «risulta inopportuna – ha evidenziato – l’accettazione di ribassi ‘selvaggi’ sugli appalti dei lavori di restauro e l’utilizzo di imprese non sufficientemente qualificate». A proposito del tema della Giornata, il presule ha parlato della necessità che «si sviluppi sempre di più anche la cultura della prevenzione. Le conseguenze nefaste di eventi calamitosi, a cui è costantemente esposto il nostro territorio, possono essere attenuate considerevolmente da un’azione cosciente e ordinata».