Vita Chiesa

CANONIZZAZIONI: EMOZIONANTE CELEBRAZIONE IN PIAZZA SAN PIETRO

In una suggestiva piazza San Pietro, gremita di fedeli, Giovanni Paolo II ha canonizzato ieri tre grandi missionari: Daniele Comboni (1831-81), fondatore delle missionarie e missionari comboniani, Arnold Janssen (1837-1909), tedesco, sotto il cui impulso nacquero, oltre che la ‘Società del Verbo Divino’, due congregazioni religiose e Giuseppe Freinademetz (1852-1908), tirolese, verbita e apostolo della Cina. Da ogni parte d’Italia e del mondo sono affluiti pellegrini: tanti soprattutto gli africani giunti a Roma per la canonizzazione di Comboni, ma tra la folla vi erano anche moltissimi asiatici e latinoamericani, oltre a donne e uomini in abito tirolese, in onore di san Freinademetz, partito da un paese ladino per evangelizzare la Cina, oltre un secolo fa. In suo onore anche il libretto stampato per l’occasione dalla tipografia vaticana che portava in copertina una pittura su piatto di porcellana stile ‘Ars sacra pekinensis’.

Nel corso del rito, al quale hanno preso parte circa trentamila persone, Giovanni Paolo II ha ricordato che “l’evangelizzazione, insegnano questi nuovi santi, oltre a interventi di promozione umana, talora persino rischiosi come testimonia l’esperienza di tanti missionari, comporta sempre un esplicito annuncio di Cristo. Questo è l’esempio e questa è l’eredità preziosa che i tre santi, elevati oggi alla gloria degli altari, lasciano specialmente alle loro famiglie religiose. Primo compito degli istituti missionari è la missione ‘ad gentes’, da non posporre a nessun altro impegno, pur necessario, di carattere sociale e umanitario”. Il Papa ha poi volto il suo sguardo all’Africa “terra ricca di risorse umane e spirituali, che continua ad essere segnata da tante difficoltà e problemi. Possa la comunità internazionale – ha detto il Pontefice – aiutarla attivamente a costruire un futuro di speranza: affido questo mio appello all’intercessione di san Daniele Comboni, insigne evangelizzatore e protettore del Continente nero”.

Particolarmente toccante è stata la lettura della formula in latino, con la quale il Santo Padre ha pubblicamente riconosciuto la santità dei tre missionari. Un caloroso applauso ha accompagnato la voce tremolante e al contempo decisa dell’anziano Pontefice. Il rito per i nuovi santi è durato circa due ore e mezzo ed è stato caratterizzato da una liturgia multietnica che ha visto la partecipazione di popoli diversi uniti dalla comune fede in Gesù di Nazareth. Emozionanti le danze e le musiche che hanno trasformato il sagrato di san Pietro in un’icona della cattolicità e dunque dell’universalità a trecentosessanta gradi della Chiesa.Misna