Vita Chiesa

CARD. BAGNASCO A NOMADELFIA; IL SALUTO DI FRANCESCO: UN PICCOLO POPOLO FONDATO SUL VANGELO

“Questa giornata ci riporta alla radice di Nomadelfia, al sacerdozio di don Zeno, che ha generato un popolo, un piccolo popolo che vuole fondarsi integralmente sul Vangelo”. Lo ha detto oggi Francesco, presidente di Nomadelfia, nel suo saluto di accoglienza al card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in visita alla comunità in provincia di Grosseto. “Don Zeno è stato un grande testimone di amore alla Chiesa – ha ricordato Francesco -. Ma don Zeno va riconosciuto anche come un grande educatore, perché amava il popolo, amava l’uomo come ‘spirito incarnato destinato alla Vita eterna’”. La sua vita sacerdotale, ha aggiunto più avanti è “profondamente in sintonia con il documento della Chiesa italiana: Educare alla vita buona del Vangelo. Per diverse ragioni, ma soprattutto per aver curato la famiglia”. Già 80 anni fa don Zeno invitava a “superare il concetto di assistenza per offrire una paternità e poi una famiglia a tanti figli dell’abbandono”. “C’era chi scommetteva sulla durata di Nomadelfia, sulla sua sopravvivenza – ha ricordato Francesco -. In questi anni la Chiesa ci è stata vicina”. “Realizzare la fraternità umana sulla terra – ha precisato Francesco di Nomadelfia – appartiene al disegno creatore di Dio e porta in sé anche una strada per rispondere alla cosiddetta ‘emergenza educativa’, perché c’è condivisione di responsabilità tra gli uomini, che si riconoscono partecipi di un popolo che educa. Solamente infatti nella collaborazione educativa si possono aiutare le nuove generazioni a costruire un futuro più umano”. “Ricordare don Zeno, per noi oggi – ha concluso -, è un richiamo a prendere sul serio la legge fondamentale della fraternità, che va al cuore del Vangelo, per continuare a costruire la civiltà dell’amore”. E’ la prima volta che la comunità riceve la visita di un presidente della Cei. Il cardinale ha incontrato questa mattina un gruppo familiare e salutato Irene, la prima mamma “di vocazione” che accolse il primo figlio in affido nel 1941. Nella comunità, fondata nella prima metà del secolo scorso da don Zeno Saltini, attualmente vivono circa 300 persone e tre sacerdoti. I membri di Nomadelfia vivono seguendo lo stile delle prime comunità cristiane, dove tutti i beni sono in comune e non esiste proprietà privata né circola denaro. Si lavora solo all’interno della comunità e solo all’interno si può andare a scuola.Sir