Vita Chiesa

CARITAS TOSCANE, CONTINUARE AD INVESTIRE NEL SERVIZIO CIVILE

Continuare ad investire sul Servizio Civile dei giovani: questo l’impegno delle Caritas diocesane della Toscana, che nei giorni scorsi si sono riunite a Lecceto (Firenze) per l’assemblea regionale. «Dall’inizio di questa nuova esperienza – afferma il delegato regionale Caritas, don Emanuele Morelli – sono già più di 500 le ragazze ed i ragazzi che hanno svolto il servizio civile nelle caritas diocesane della nostra regione. Un tempo che educa a scelte di vita e che chiede sempre più competenza e professionalità».

Tra le scelte emerse, anche quella di «continuare ad allargare lo sguardo verso gli “estremi confini della terra”, per vedere e servire le situazioni di bisogno, legate alle conseguenze di catastrofi naturali e delle guerre, “avventura senza ritorno”, in comunione con gli uffici missionari, senza dimenticarci che la cooperazione internazionale ha senso solo quando è accompagnata da una intensa azione educativa per promuovere, nei nostri territori, nuovi stili di vita ed educare la comunità ecclesiale e la società civile alla mondialità».

Le Caritas della Toscana si impegnano anche a continuare ad essere attenti al fatto migratorio, per contribuire alla costruzione di reali percorsi di integrazione, e a consolidare i percorsi di ascolto, osservazione e discernimento. «È pronto – sottolinea don Morelli – il rapporto annuale sulle povertà incontrate dai Centri d’Ascolto delle Caritas della Toscana che presenteremo in ottobre. Più di 16.000 persone diverse incontrate… Un’esperienza che vorremmo toccasse il cuore della comunità ecclesiale della quale le Caritas sono espressione ed esperienza. Per questo la novità di quest’anno sarà il tentativo di rendere fruibili numeri e tabelle per sostenere i cammini pastorali delle parrocchie e spingere l’azione delle caritas sul terreno dell’animazione. Animare la pastorale a partire dall’incontro con gli ultimi racconta il senso delle attività ed il cuore dell’identità delle caritas della toscana».