Vita Chiesa

CCEE: APERTO A TORINO INCONTRO SU ISLAM IN EUROPA E ISLAMOFOBIA

Il rapporto tra “Chiesa-Stato e Islam in Europa” e “la crescita dell’islamofobia o della paura dell’Islam all’interno delle comunità cristiane e nella società oggi”. Questi i due temi principali su cui da oggi fino al 2 giugno i delegati delle Conferenze episcopali in Europa responsabili per i rapporti con i musulmani si confronteranno a Torino. A presentarli è stato il card. Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e vice-presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) aprendo questo pomeriggio l’incontro. Rispetto ai rapporti tra Stato e Islam in Europa il cardinale ha fatto il punto sulle difficoltà che gli Stati europei hanno per stabilire un quadro istituzionale: “molti Stati – ha detto l’arcivescovo francese – cercano di entrare in dialogo con le differenti comunità musulmane ed auspicano di dare loro un quadro istituzionale. Ma questo sforzo si confronta oggi con una serie di tensioni etniche, nazionali o ideologiche che attraversano queste comunità musulmane. La Chiesa cattolica è coinvolta da questa questione non solamente perché questa istituzionalizzazione dell’Islam pone problemi pratici, (come per esempio la presenza di cappellanie musulmane a fianco di altre cappellanie) ma anche perché il riferimento alla Chiesa cattolica serve spesso da modello per pensare alle relazioni tra lo Stato e le diverse religioni”. C’è poi un’altra questione su cui discuteranno in questi giorni i delegati europei. E cioè “la paura dell’Islam – ha detto il card. Ricard – e una certa islamofobia” che “si fanno ugualmente sentire nelle nostre società europee. Ciò è legato ad una serie di ragioni complesse: il terrorismo internazionale, la situazione delle minoranze cristiane in alcuni paesi musulmani, una maggiore visibilità sociale dei musulmani in Europa”. Ed ha aggiunto: “il populismo che ha il vento in poppa in alcune elezioni europee, si accompagna spesso ad un movimento di rigetto dell’Islam che unisce tra loro e inestricabilmente rifiuto della immigrazione e rifiuto dell’Islam. Questo atteggiamento può anche riscontrarsi nelle comunità cristiane”. E ciò necessita di essere “essere attentamente analizzato”. Il card. Ricard ha quindi sottolineato come “scopo dell’incontro di Torino – giunto alla sue seconda edizione – è quello proprio di “definire una prospettiva comune sui fondamentali principi e sul metodo da seguire affinchè la Chiesa possa adottare, attraverso le Conferenze episcopali d’Europa, una posizione comune sulla principali questioni che le si presentano a causa di una presenza crescente dell’islam nella vita pubblica in Europa”.“Ci sono in Europa 11 milioni di musulmani . Questa presenza è divenuta oggi un fatto che entra nella vita della gente, delle famiglie, delle diocesi, delle parrocchie”. Per questo motivo il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa ha chiamato a Torino 30 delegati europei responsabili per i rapporti con i musulmani ed esperti per fare il punto sui rapporti tra la Chiesa cattolica e i musulmani in Europa. “Si sono cioè sviluppate delle esperienze nelle Conferenze episcopali – ha spiegato oggi mons. Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee, ai giornalisti – dalle quali emergono difficoltà e successi che vogliamo conoscere, condividere per verificare linee comune”. Due in particolare sono i temi che saranno affrontati in questi giorni a Torino: il primo è il rapporto “Stato-Chiesa-Islam” con particolare riferimento alla educazione, alla formazione degli imam e alle cappellanie. “Nella prospettiva di uno Stato laico – ha detto mons. Da Cunha – i rapporti tra le comunità religiose con lo Stato non possono essere relegati nel privato ma sono aspetti della vita pubblica e richiedono pertanto il rispetto dei valori su cui si fonda la convivenza e un contributo al bene della comunità nazionale in cui si vive”.Il secondo tema è l’islamofobia. A Torino i delegati delle Conferenze episcopali si chiederanno “se esiste una islamofobia in Europa e se esiste – ha detto mons. Da Cuhna – quali sono le ragioni che sono dietro a questa paura per l’islam. E’ compito di uno Stato laico garantire che le religioni e le persone abbiano libertà e sicurezza. Si auspica quindi che l’Europa possa vincere ogni forma di cristianofobia e islamofobia come pure ogni forma di paura verso l’altro diverso da sé. Ciò presuppone una cultura e una formazione al rispetto per le differenze. Senza questo rispetto, si tace la propria identità”.Sir