Vita Chiesa

CHARTA OECUMENICA, «UN TESTO, UN PROCESSO, UN SOGNO»

“Un testo, un processo, un sogno”. Ma soprattutto uno strumento “cogliere le sfide che la storia lancia alla Chiesa”. Così è stata definita la Charta Oecumenica al termine della consultazione che il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) e la Conferenza delle Chiese d’Europa (Kek) hanno promosso dal 7 al 10 settembre ad Ottmaring per fare il punto sul processo di ricezione del testo in Europa e delineare le prospettive di lavoro futuro.

“Era proprio necessario fare un bilancio”, ha detto mons. Amédée Grab, presidente del Ccee, che ha definito la Charta Oecumenica “un documento importante” di impegno ecclesiale: “per la prima volta – ha aggiunto mons. Grab – il documento è stato recepito e accettato da tutte le Chiese, non solo da cattolici e riformati ma anche dagli ortodossi”. Anche il metropolita di Francia Jérémie, presidente della Kek, sottolinea che “la Charta riguarda tutti i cristiani dell’Europa, cattolici, protestanti e ortodossi e tocca tutti gli ambiti della vita in questo continente europeo”. Secondo il metropolita, inoltre, “la Charta Oecumenica ha aperto una nuova prospettiva nei rapporti tra le nostre Chiese, non solo a livello di responsabili ma di popolo, a livello di impegno quotidiano. È incoraggiante – ha aggiunto – vedere come la Charta abbia fornito uno slancio, un desiderio, una speranza tra i cristiani che lavorano per il dialogo”.

Per mons. Aldo Giordano, segretario generale del Ccee, la Charta è “un’agenda ecumenica”. “Si tratta – ha aggiunto – del primo tentativo storico di questo genere. E’ chiaro che l’unica vera agenda del cristiano rimane il Vangelo, ma la Charta è uno strumento per cogliere le sfide che la storia lancia alla Chiesa”. Occuparsi di ecumenismo quindi, sintetizza il segretario del Ccee, è “un’urgenza attuale che ci riguarda individualmente perché è gioco la nostra testimonianza, la nostra identità di cristiani”.Sir