Vita Chiesa

CHIESA E OMOSESSUALITÀ: NO ALLA LEGALIZZAZIONE, SÌ A RISPETTO ED ACCOGLIENZA

«Il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali». E’ quanto ribadisce la Congregazione per la dottrina della fede, nelle “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali”, firmate il 3 giugno scorso dal card. Joseph Ratzinger, prefetto del dicastero pontificio, e diffuse oggi dalla sala stampa della Santa Sede.

«Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio – si legge nel documento – significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità».

Nel testo – 12 pagine, divise in quattro capitoli – l’omosessualità viene definita «un fenomeno morale e sociale inquietante», soprattutto «nei Paesi che hanno già concesso o intendono concedere un riconoscimento legale alle unioni omosessuali che, in alcuni casi include anche l’abilitazione all’adozione di figli». «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia», è la tesi centrale della nota. Anche se nella Bibbia le relazioni omosessuali «sono condannate come gravi depravazioni», non tutti coloro che «soffrono di questa anomalia» ne sono «personalmente responsabili», e la Chiesa deve accoglierli con «rispetto, compassione e delicatezza», senza tacere però che «l’inclinazione omosessuale è oggettivamente disordinata e le pratiche omosessuali sono peccati gravemente contrari alla castità».

«Il parlamentare cattolico ha il dovere di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro» ogni progetto di legge «favorevole alle unioni omosessuali». «Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale», si afferma nel documento, in cui il dicastero guidato dal card. Ratzinger dice no alla «legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi», al «riconoscimento legale delle unioni omosessuali» e all’«equiparazione legale» di esse al matrimonio: tutte tendenze, queste, a cui «è doveroso opporsi in maniera chiara e incisiva», anche esercitando «il diritto all’obiezione di coscienza» nei confronti di leggi «così gravemente ingiuste» e «nocive per il retto sviluppo della società umana, soprattutto se aumentasse la loro incidenza effettiva sul tessuto sociale». Nel caso della «politica di tolleranza di fatto», la nota ricorda che alla «coscienza morale» si oppongono «sia l’approvazione delle relazioni omosessuali sia l’ingiusta discriminazione nei confronti delle persone omosessuali»: di qui l’invito a «interventi discreti e prudenti», volti a «smascherare l’uso strumentale o ideologico» della stessa tolleranza; ad «affermare chiaramente il carattere immorale di questo tipo di unione»; a «richiamare lo Stato alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica».

Nelle unioni omosessuali, prosegue il Documento, sarebbero «immorali» pratiche come l’adozione o la fecondazione artificiale, poiché tali unioni «non sono in condizione di assicurare adeguatamente la procreazione e la sopravvivenza della specie umana». «La società deve la sua sopravvivenza alla famiglia fondata sul matrimonio», è l’argomentazione di fondo del documento, in cui si fa una netta distinzione tra comportamento omosessuale come «fenomeno privato» e come «relazione sociale legalmente prevista e approvata». «Mettendo l’unione omosessuale su un piano giuridico analogo a quello del matrimonio o della famiglia – è l’ammonimento della Congregazione per la dottrina della fede – lo Stato agisce arbitrariamente ed entra in contraddizione con i propri doveri». Al contrario, «le unioni omosessuali non svolgono neppure in senso analogico remoto i compiti per i quali il matrimonio e la famiglia meritano un riconoscimento specifico e qualificato». No, quindi, a qualsiasi forma di «fecondazione artificiale» o di adozione per le coppie omosessuali: pratiche, queste, «gravemente immorali» in quanto farebbero «violenza» ai bambini, privati dell’esperienza della maternità o della paternità, essenziali per il loro armonico sviluppo.Sir

Il testo integrale del Documento vaticano sul riconoscimento legale delle unioni omosessuali