Vita Chiesa

CINA, PECHINO NOMINERÀ DECINE DI VESCOVI, SECONDO CAPO CHIESA PATRIOTTICA

“Confusione. Tutto quello che sento è confusione…”: è quanto ha detto alla MISNA un sacerdote cinese interrogato sulla notizia, diffusa oggi, dell’annuncio del capo dell’Organizzazione patriottica cattolica cinese, il laico Liu Bainian, secondo il quale Pechino nominerà decine di vescovi senza consultare il Vaticano. “Da una parte, sappiamo che il nuovo vescovo di Pechino è stato nominato, anche se non è stato ancora ordinato. D’altro canto, anche prima del documento del Papa ai cattolici di Cina, Liu Bainian aveva parlato più volte della necessità di nominare nuovi vescovi, giovani… E il fatto che non siano stati citati nomi o diocesi non aiuta a capire quello che sta succedendo. Ma l’affermazione di Liu Bainian, secondo la quale in Cina ci sono 40 diocesi senza vescovi, non è vera: Liu non tiene conto di tutti quelli che sono stati consacrati negli ultimi anni nella parte di Chiesa che non fa parte dell’Associazione” prosegue il sacerdote, di cui la MISNA, per ovvie ragioni, manterrà l’anonimato. “Questa è la seconda parte della controversia dei riti” dice un’altra fonte ecclesiastica legata alla Cina, “la prima parte della controversia ebbe luogo ai tempi del grande missionario Matteo Ricci (un gesuita in Cina intorno al 1600, Ndr) e la domanda è sempre la stessa: chi è il capo, l’imperatore o il Papa? Perché in Cina non c’è mai stata una chiara distinzione tra lo Stato e la religione”. “In quel tempo l’imperatore voleva decidere su tutto: quali templi erigere, quante pagode, quanti monaci nei monasteri. Le difficoltà tra la Chiesa e lo Stato – aggiunge la stessa fonte – non sono legate al comunismo, ma a un problema culturale e di autorità. Il problema di fondo è il ruolo della religione e della libertà di coscienza dell’individuo”. “In questo caso – prosegue il primo intervistato – il partito comunista si paragona all’autorità tradizionale cinese e fa di tutto per non perdere la faccia, per mantenere quello che in Italia si chiama “la bella figura”. Il governo sa che se può controllare i vescovi, controllerà i cattolici. Il forte sentimento di autorità dei cattolici rende la Chiesa molto forte, ma la rende anche soggetta ad interferenze. I protestanti, che non hanno questo forte sentimento di autorità, non devono confrontarsi a così tante interferenze dello Stato”.Misna