Vita Chiesa

CLEMENZA NELLE CARCERI, SANTA SEDE: SCARSA ECO NEL MONDO AL GESTO CHIESTO DAL PAPA

“La dignità inalienabile di ogni persona umana anche se macchiatasi d’un delitto, l’equità delle inchieste di polizia, delle procedure giudiziarie e delle pene detentive, il rispetto dello Stato di diritto a garanzia di chi si trova in carcere”: questi i principi fondamentali del magistero ecclesiale sulla pastorale dei carcerati sottolineati in un messaggio inviato da mons. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, al Congresso della Commissione internazionale della pastorale cattolica delle prigioni, conclusosi lunedì a Dublino. Nel testo, diffuso martedì 9 settembre dal dicastero pontificio, si rileva che “il clima di insicurezza diffuso nell’opinione pubblica con conseguente atteggiamento di inasprita severità nei confronti dei delinquenti, l’insensibilità dei responsabili politici troppo polarizzati sui risultati elettorali e l’eccessivo sovrappopolamento delle carceri impediscono un’appropriata valutazione delle vere finalità della detenzione e riducono le possibilità d’un pieno ritorno dei condannati alla vita sociale, una volta scontata la giusta pena”. Di qui la “delusione”, espressa da mons. Martino ai cappellani cattolici delle carceri, per la “scarsa eco avuta nel mondo” dall’appello, lanciato dal Santo Padre in occasione del Grande Giubileo del 2000 e più volte ripetuto successivamente, a favore di “un segno di clemenza a beneficio di tutti i detenuti”.

Nel testo viene, inoltre, ribadito un deciso “no” alla privatizzazione della gestione degli istituti di pena, per “evitare che una tale scelta possa ridurre la pena detentiva a un servizio dominato dalla logica del profitto”. Nessuna riforma, è la conclusione del messaggio, “deve perdere di vista che la priorità in questo campo resta il rispetto assoluto della dignità della persona condannata e del suo recupero nella società”.Sir