Vita Chiesa

CONGRESSO EUCARISTICO: CARD. TETTAMANZI, EUCARISTIA ANTIDOTO ALLE COPPIE O ALLE FAMIGLIE IN CRISI

Un doppio invito a “non sfuggire mai allo sguardo di Dio” e ad “umanizzare la Chiesa e la società”. A rivolgerlo è stato il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, intervenendo sabato al Congresso Eucaristico nazionale, durante l’incontro delle famiglie. “Vi chiedo di umanizzare la società e di umanizzare la Chiesa”, è la richiesta fatta ai giovani dal cardinale, che ha citato le prime parole rivolte da Gesù “giovane” ai suoi genitori (“Perché mi cercavate? Non sapevate che devo fare la volontà del Padre mio?”).

“Dietro queste parole apparentemente rigide – ha commentato Tettamanzi – c’è l’affermazione del valore essenziale della nostra vita, che è il termine di una vocazione e principio di una libertà responsabile, cioè capacità di rispondere alla chiamata del Signore. La vostra vera libertà consiste nel coraggio di dire sì al Signore che chiama. Anche quando chiama a cose grandi, come a diventare preti o ala vita consacrata”.

All’inizio della sua catechesi, l’arcivescovo di Milano ha salutato così i giovani accorsi a Bari da tutta Italia: “Vorrei guardarvi con gli occhi stessi di Dio, perché questi occhi penetranti giungono fino al profondo del cuore di ciascuno. Vi chiedo un atto di coraggio, quello di non sfuggire mai allo sguardo di Dio”.

In una umanità “divisa, contrapposta, lacerata, conflittuale”, l’Eucaristia può diventare per le coppie in difficoltà “sorgente ed energia di unità”, ha detto Tettamanzi proponendo l’Eucaristia come una sorta di “antidoto” alle coppie o alle famiglie in crisi. Anche le coppie e le famiglie cristiane, ha sottolineato il cardinale, “subiscono i contraccolpi della nostra società e cultura, e sono tentate di inserire fermenti di divisione e di contrasto al loro interno”. Nei momenti di crisi, l’Eucaristia può invece rappresentare “la forza interiore che plasma le persone, i sentimenti, le azioni concrete dei coniugi cristiani”. Altro aiuto per le coppie in crisi, “l’amore che perdona”. “E’ fondamentale – ha detto Tettamanzi – sapersi perdonare reciprocamente: non c’è pace, in una famiglia, senza la capacità di perdono reciproco”. Di qui la necessità di un “salto di qualità” per le famiglie cristiane, chiamate a scoprirsi “missionarie” proprio a partire dalla loro capacità di “permeare ogni ambiente umano di quei valori evangelici di cui ha immensamente bisogno il mondo di oggi”, ha concluso l’arcivescovo di Milano.Fonte: Sir