Vita Chiesa

CONVEGNO FACOLTA’ TEOLOGICHE: MONS. BETORI, SANARE LA FRATTURA TRA FEDE E RAGIONE

“Alle strutture accademiche di formazione teologica è affidato il compito di sanare” la “frattura” tra fede e ragione e di “mostrare la fecondità del rapporto tra l’esperienza della fede ed un corretto ricorso alla ragione”. A ribadirlo è stato oggi mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, in un messaggio inviato in apertura del Convegno delle Facoltà teologiche e degli Istituti di scienze religiose, in corso a Roma (fino a domani) sul tema: “…al servizio della fede e della cultura”. La recente istituzione del Servizio nazionale della Cei per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose, ricorda Betori, “è un servizio di cui la segreteria generale ha voluto dotarsi per tenere vivo il legame con le strutture accademiche di formazione teologica presenti sul territorio nazionale e per dare concreta attuazione al bisogno di accompagnare con una coerente ed intesa riflessione criticala chiamata ad essere testimoni del Signore Risorto nei nuovi areopaghi”. La “feconda collaborazione” con la Congregazione per l’educazione cattolica, inoltre, secondo il segretario generale della Cei contribuisce ad “armonizzare la nostra con l’azione della Chiesa universale ion ordine alla formazione teologica”. Oltre alla “Fides et ratio” di Giovanni Paolo II e la “particolare sensibilità” del Papa per questi temi, Betori ha citato l’impegno di Rosmini per la “carità intellettuale”.

“Dare un segno evidente dell’importanza che riveste per la Chiesa italiana il tema della formazione dei laici” e nello stesso tempo “offrire alle istituzioni accademiche deputate alla formazione teologica un punto di riferimento capace di interagire sia con esse sia con le proposte e le emergenze maturate e che continuano a maturare”. Così mons. Nunzio Galantino, responsabile del Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose, ha sintetizzato il compito del nuovo organismo istituito dalla Cei. Aprendo a Roma il Convegno delle Facoltà teologiche e degli Istituti superiori di scienze religiose, Galantino ha sottolineato come una delle “Novità” della Nota per gli Istituti Superiori di Scienze Religiose, approvata dalla Congregazione per l’Educazione cattolica ed invia di pubblicazione, è l’invito ad “allargare la tipologia di ‘specializzazioni’ offerte dagli Istituti, in vista di nuove forme di ‘professionalità’ al servizio della vita ecclesiale e dell’animazione cristiana della società”. Di qui la necessità di “avviare un processo di riordino globale della formazione teologica, strutturandola secondo due distinti percorsi; l’uno accademico, che si attua nelle Facoltà teologiche e negli Istituti ad esse collegati; l’altro non accademico, che viene proposto nelle Scuole di formazione teologica attraverso specifici percorsi formativi”.

“Lo studio e l’insegnamento delle scienze religiose forniscono gli elementi necessari per elaborare criticamente una sintesi tra la fede e la cultura nella singolarità delle situazioni storiche vissute nelle Chiese particolari”. Lo ha detto mons. Vincenzo Zani, sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica, intervenendo oggi al Convegno delle Facoltà teologiche e degli Istituti superiori di scienze religiose. “Da sempre la Chiesa si è impegnata a creare e a diffondere ovunque le proprie istituzioni di educazione superiore, accumulando nei secoli una lunga e consolidata tradizione sulla base della quale si può dialogare con gli altri paesi”, ha proseguito il relatore spiegando la scelta della Santa Sede di aderire alla Dichiarazione di Bologna. “La mobilità; il contesto globale; l’attenzione alla persona e alla dimensione sociale; una certa cultura della qualità; la codificazione dei tre gradi accademici; la centralità della ricerca”. Sono questi, per Zani, alcuni aspetti legati al “Processo di Bologna” che “appartengono già all’esperienza acquisita” dalla Chiesa. L’adesione della Santa Sede al “Processo di Bologna”, ha puntualizzato l’esponente vaticano, “riguarda direttamente le Università e facoltà ecclesiastiche, presenti sul territorio europeo, verso le quali la Congregazione per l’educazione cattolica esercita una responsabilità diretta”. “Sviluppare sempre meglio nelle istituzioni ecclesiastiche la cultura della qualità, in ordine ai compiti e alle responsabilità ecclesiali, scientifiche e culturali delle istituzioni accademiche”. Questo il ruolo principale dell’Agenzia per la valutazione e la promozione della qualità (Avepro), creata nel settembre del 2007 dalla Santa Sede per rispondere alle esigenza del Processo di Bologna, finalizzato alla “creazione di uno spazio europeo dell’istruzione superiore e della ricerca”. I programmi per la valutazione della qualità, nell’ambito accademico, secondo la Santa Sede hanno le potenzialità per rispondere ad una serie di obiettivi, come “garantire una maggiore efficacia gestionale e una più incisiva azione di controllo; promuovere un costante miglioramento; contribuire ad informare in vario modo sui risultati conseguiti; aumentare la fiducia nelle istituzioni accademiche; assicurare l’accettabilità del servizio internazionale promosso dall’istruzione superiore”. Da parte sua la Congregazione per l’educazione cattolica, ha assicurato il sottosegretario, si impegna a “difendere le istituzioni accademiche ecclesiastiche dal pericolo invasivo delle interferenze burocratiche esterne; a definire una serie di indicatori di qualità che corrispondano alla natura di tali istituzione; a svolgere la verifica della qualità”.

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