Vita Chiesa

CUBA-SANTA SEDE: A 10 ANNI DALLA VISITA DI GIOVANNI PAOLO II, IL PRIMO MONUMENTO IN LUOGO PUBBLICO

Una torre, una campana e una croce e, di fronte, la statua di Giovanni Paolo II e alcuni pannelli con le sue parole: “Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo”. A fianco, le bandiere di Cuba e della Santa Sede. Sarà il primo monumento a Giovanni Paolo II collocato in un luogo pubblico, ossia in un terreno non di proprietà della Chiesa, e sarà inaugurato il 23 febbraio prossimo a Santa Clara dal cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede, che sarà a Cuba dal 20 al 26 febbraio per ricordare i dieci anni della visita di Giovanni Paolo II (21-25 gennaio 1998). Conferma al SIR gli appuntamenti previsti mons. José Felix Perez, segretario esecutivo della Conferenza episcopale cubana: “Anche se non è stato ancora pubblicato il programma ufficiale della visita del card.Bertone – dice -, sappiamo che la messa nella cattedrale dell’Avana si svolgerà la sera di giovedì 21, la messa a Santa Clara il 23 mattina e, la sera dello stesso giorno, la recita del Rosario al Santuario della Vergine del Cobre, a Santiago del Cile. Il 24 il card.Bertone celebrerà una messa nella diocesi di Guantanamo. Poi tornerà all’Avana per incontrare le autorità cubane”. “Sarà un momento di molta allegria per ricordare la visita di Giovanni Paolo II – continua mons.Perez -. Vogliamo rendere attuale il suo messaggio, ricordarlo come messaggero di verità e speranza”. Secondo mons.Perez in questi dieci anni “alcune cose sono cambiate per i cattolici. E’ cambiato in positivo il dinamismo pastorale della Chiesa, lo spirito missionario, manca però un accesso maggiore ai mezzi di comunicazione ed una più ampia azione sociale della Chiesa. Però è aumentato il numero delle comunità cattoliche ed è migliorata la qualità della fede”. In un articolo sulla rivista diocesana “Palabra nueva” il card. Jaime Ortega y Alamino, arcivescovo dell’Avana, ha potuto constatare “come la visita di Giovanni Paolo II a Cuba si sia impressa nella memoria del popolo cubano, dei popoli latinoamericani, dell’Europa, dell’America del Nord e del mondo intero”. L’arcivescovo dell’Avana ricorda che anni prima, a causa dell’ateismo ufficiale, “si era cancellata in un certo senso la memoria cristiana del popolo”, si “era scavato un fosso più o meno profondo tra il Vangelo e la nuova cultura emergente chiusa alla trascendenza. Questa era la situazione spirituale del cubano prima della visita”. “Riassumerne i benefici per la Chiesa e per il popolo cubano – continua – è un compito quasi impossibile se ci collochiamo in un ambito davvero religioso, nel quale l’uomo e la donna si relazionano con il Creatore, perché questo è il significato della parola religione. Solo così si possono comprendere gli effetti salutari della visita di Giovanni Paolo II per il nostro popolo”. (pca)Sir