Vita Chiesa

Card. Bagnasco: pastorale giovanile, «bisogno di un messaggio gioioso di speranza»

«Il contesto nel quale ci troviamo e in modo particolare voi giovani che avete la parabola della vita davanti», ha detto il cardinale, è segnato dal relativismo e dalla secolarizzazione che conduce l’uomo – come ha scritto Papa Francesco nella Evangelii gaudium – ad ‘agire come se Dio non esistesse, decidere come se i poveri non esistessero, sognare come se gli altri non esistessero’». «È questo – ha aggiunto il card. Bagnasco – il contesto nel quale siamo chiamati a stare e camminare con convinzione, con decisione e con fiducia» per essere «Chiesa in uscita». «Specialmente nel contesto della cultura occidentale e in modo specifico europeo», questo relativismo pratico «si esprime in una frantumazione della società che è contro l’uomo».

«L’uomo – ha spiegato il card. Bagnasco – essendo una persona in relazione, è costitutivamente creato per stare con gli altri. Possiamo dire che ogni persona è tale in quanto porta in se stesso l’altro. Se taglia i ponti con l’altro e con gli altri, la persona nega se stessa e negandosi vive triste, infelice, non all’altezza della sua verità e della chiamata di Dio». «La Chiesa in uscita – ha quindi incalzato il cardinale – si colloca dentro a questo contesto europeo di secolarizzazione e relativismo che minacciano la comunione, in una società che non è più comunità di vita e di destino ma rischia di diventare una moltitudine di individui slegati». «Essere Chiesa in uscita – ha quindi concluso il card. Bagnasco – significa essere una Chiesa missionaria. La missione è una vocazione globale che chiama tutti. Non ci sono gli specialisti della missione. Ogni cristiano è missionario dal momento in cui si è incontrato con l’amore di Dio».