Vita Chiesa

Card. Betori: «Con il Risorto per uscire dalla sfiducia più cupa»

Questo – ha proseguito – «vale per l’economia come per la politica; vale per le nostre vicende personali e quelle delle nostre famiglie. Vale anche per gli scenari ampi del mondo, segnati dall’ombra sanguinosa di tanti conflitti, e qui il nostro pensiero va in primo luogo alla tragica situazione della Siria e, con essa, di tutto il Medio Oriente». «Abbiamo profondo bisogno di questo annuncio di speranza, per sollevarci dalle nostre ambiguità e dalle nostre disillusioni».

L’Arcivescovo di Firenze, aveva iniziato la sua omelia ricordando il tradizionale Scoppio del Carro «momento di festa e di gioia, in cui il fragore delle esplosioni e la luce dei fuochi riempie anzitutto il Paradiso, come anticamente era chiamato lo spazio tra il Battistero e la Cattedrale». Uno spettacolo che, «nella sua intima natura – ha proseguito – è l’espressione della fede di una città, che nella sua storia ha riconosciuto e oggi è chiamata ancora a riconoscere che solo dalla presenza di Cristo può venire una luce capace di sconfiggere le tenebre che assediano la vita dell’uomo e la sua convivenza sociale».

«Abbiamo troppi esempi, anche nella storia recente del nostro mondo, – ha detto ancora il Cardinale – per illuderci che l’uomo lasciato a se stesso sia capace di vincere la propria inclinazione al male e alla distruzione di sé: i lager e i gulag, le tragedie delle guerre e della fame lo testimoniano con incontestabile evidenza. Abbiamo bisogno di qualcuno che, pur essendo parte della nostra umanità, la possa trascendere, così che in un atto puro d’amore possa sconfiggere il male e la morte dal proprio interno e aprire a una vita nuova». E questo qualcuno, ha proseguito l’Arcivescovo, è il Gesù Risorto.