Vita Chiesa

Card. Betori: «Discernere tra luce vera e false luci»

«Nelle tenebre della storia, nell’oscurità che spesso ci avvolge, nelle contraddizioni che il peccato crea in noi e attorno a noi, possiamo tuttavia essere in grado di trovare una direzione sicura per il nostro cammino, se ci lasciamo illuminare da questa Parola che è Luce: un messaggio di splendore che svela la verità, e aiuta quindi a comprendere il bene e a delineare le forme della bellezza», ha evidenziato il porporato. Questa è «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» e così «induce a riflettere che anche altri si propongono a noi per fare luce sull’esistenza umana, ma occorre saper discernere tra vera luce e false luci. È un compito decisivo, soprattutto in un’epoca come la nostra in cui il relativismo dominante lascia ampio spazio a ideologie e comprensioni del mondo e della vita che possono trarre vantaggio dal consenso raccolto nella società».

«Non ci è chiesto di confrontarci con un’idea, ma con una storia e una persona: Gesù di Nazaret, il bambino nato a Betlemme, la cui vita viene testimoniata dal vangelo nel suo percorrere le strade della Palestina, insegnando e facendo del bene a tutti, fino alla sua morte ignominiosa, appeso a una croce sul Golgota, e, oltre quell’umana sconfitta, fino alle apparizioni di lui Risorto, vincitore della morte e del male, su cui si fonda la missione della Chiesa», ha avvertito il cardinal Betori.

«Noi sappiamo che la forma più alta che ci è dato di rendere lode a Dio è la sacra liturgia», ha detto il porporato nei saluti finali. È «un dono averla potuta celebrare oggi con la musica di uno dei più alti geni dell’umanità, Wolfgang Amadeus Mozart. Ne siamo grati all’associazione ‘La Pasqua di Bach’, e al suo presidente il maestro Mario Ruffini, ai ‘Solisti di San Lorenzo’, all’Ensemble vocale ‘Capriccio Armonico’, all’Orchestra da camera ‘Benedetto Marcello’, al direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Natali, ai detenuti di Sollicciano e alla Direzione del carcere che ne ha consentito la presenza, all’Opera medicea laurenziana. Si è ripetuto così un appuntamento che vorrebbe lodevolmente riproporsi in forma stabile, per iniziare l’anno con una Celebrazione eucaristica in cui l’antica musica liturgica viene ricollocata nel suo contesto proprio, quello dell’azione sacra».