Vita Chiesa

Card. Betori: «In questo anno si è vista la grande vitalità di Firenze»

Parlando degli impegni che attendono la diocesi nel 2016, Betori ha ricordato anche il trentennale della morte del cardinale Florit, che verrà ricordato con un convegno promosso dalla Facoltà Teologica dell’Italia centrale il prossimo 4 febbraio, e il cinquantesimo anniversario dell’Alluvione del ’66, alla cui celebrazione anche la Chiesa fiorentina sarà partecipe. Vi è poi il proseguo della visita pastorale che da gennaio a giugno riguarderà le comunità del Vicariato di Porta Romana.

Riguardo alle classifiche che vedono Firenze salire al quarto posto tra le città italiane in cui si vive meglio, Betori ha affermato «Non credo molto a queste classifiche, preferisco sentire il polso della gente. I legami sociali sono la cosa più importante, e questi non li misuri. L’unica cosa che non mi piace di Firenze – ha aggiunto – è l’umidità, ma Bolzano e Milano non stanno certo meglio. Per me Firenze è in testa ad ogni classifica». La vitalità di Firenze, ha sottolineato, si è manifestata anche nella grande partecipazione della città all’incontro con il Papa, ma anche nell’eccezionale afflusso di gente per l’apertura delle tre Porte della Misericordia (quella della Cattedrale e quelle delle basiliche dell’Impruneta e della Santissima Annunziata): «Queste cose – ha detto l’Arcivescovo – non nascono dal niente, sono segno di un sentire che si manifesta quando le persone incontrano proposte che toccano il cuore della gente».

Eventi come questo, ha aggiunto, mostrano anche che Firenze è una città «a vocazione mondiale»: quando Firenze riprende questa sua identità fa bene a se stessa, esce dal guscio della provincia e ritrova scenari che appartengono alla sua storia».

Parlando della misericordia, Betori ha ricordato anche le tante forme in cui questa città vive l’invito ad essere misericordiosi verso i fratelli: fra queste anche la presenza missionaria a Salvador Bahia, in Brasile, di cui si è appena celebrato il cinquantesimo. Ma anche l’accoglienza ai profughi: a Firenze, ha sottolineato, «le strutture coordinate dalla Caritas coprono un terzo dei profughi accolti sul territorio provinciale, oltre trecento persone che trovano accoglienza in parrocchie e istituti religiosi». A questi dati poi vanno aggiunte strutture come la Madonnina del Grappa e altre realtà di ispirazione cattolica.

Betori ha parlato anche dei militari che in questi giorni presidiano piazza Duomo, stazionando anche vicino al grande presepe: «Ha creato qualche disappunto vedere questa presenza, però è segno di consapevolezza della precarietà che si vive nel mondo, ci deve richiamare le tante zone in cui si soffre per il terrorismo e la responsabilità che chi ci governa ha per la sicurezza dei cittadini».

Tra gli eventi dell’anno appena trascorso, il Cardinale ha citato anche il restauro del Battistero e l’apertura del Museo del Duomo, così come il successo delle mostre di arte ottocentesca e novecentesca a tema religioso di Palazzo Strozzi e di San Lorenzo: iniziative, ha sottolineato, che «vanno oltre la funzione estetica delle opere d’arte e ci ripropongono una città che attraverso la bellezza ha detto se stessa, mettendo al centro dell’attenzione la cura dei poveri. Ritrovare la radici della bellezza di Firenze, che sono radici di carità».

L’augurio di Natale del cardinale Betori alla città è un augurio di fiducia: «Non mancano i problemi, le difficoltà, la mancanza di lavoro… Ma il messaggio di Natale è che Dio ha fiducia in noi: proviamo ad avere anche noi fiducia verso gli altri».