Vita Chiesa

Card. Betori, «a Maria affidiamo la causa della pace e dei profughi»

«Anche noi sentiamo il bisogno di porre sotto la benedizione del Signore i giorni che verranno, consapevoli dei pericoli che ci minacciano e delle fragilità che gravano sul nostro cammino, di ciascuno e di tutti». Una benedizione che «promette la pace. Non la semplice assenza di guerra – un bene oggi pur tanto implorato in molte regioni della terra, ma anche atteso da tutti a vincere l’imperversare in ogni angolo del mondo dei sanguinosi atti di terrorismo – ma il dono della pienezza di una vita in cui convergono tutti i beni a cui l’umanità può aspirare».

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, presiedendo la celebrazione eucaristica per solennità di Maria SS.ma Madre di Dio. Nell’omelia, il cardinale ha rilevato che «per il Signore siamo preziosi come la pupilla degli occhi, cari come i piccoli di una nidiata». «In un mondo che spesso assume le sembianze di un deserto e quelle di un luogo di agguati – ha proseguito – egli ci circonda e veglia su di noi, perché nessuno ci ferisca o ci rapisca, egli ci innalza oltre ogni ostacolo e ci conduce su una strada sicura».

Betori si è poi soffermato sulla figura di Maria, «un modello per noi chiamati a rendere presente, tramite la nostra vita, l’opera salvifica del suo Figlio». E nella Giornata mondiale della pace ha sottolineato come «a Maria SS.ma Madre di Dio, affidiamo la causa della pace e dei profughi: a lei che ci è modello nel conservare nel cuore il passaggio di Dio nella storia dell’umanità e ci mostra come scegliere sempre secondo la volontà di Dio, che è volontà di amore e di inclusione, mai di esclusione».

Al «ripetersi di atti di terrorismo» e ai «problemi dei poveri, dei rifugiati e dei carcerati», il cardinale aveva già fatto accenno nella messa celebrata nell’ultimo giorno del 2017. «Occorre incrementare i trasferimenti mediante corridoi umanitari», ha ammonito Betori, aggiungendo «l’appello a far prevalere le ragioni del bene comune, come pure l’attenzione da riservare alle possibili conseguenze di decisioni che non sembrano sufficientemente salvaguardare i valori supremi della dignità della persona, della vita umana e della famiglia». «La nostra comunità cristiana – ha assicurato l’arcivescovo – è pronta a porre a servizio di tutti le risorse di speranza e di carità che le vengono dalla fede».