Vita Chiesa

Cardinale Ernest Simoni a Lucca in visita alla Certosa di Farneta e al Santuario di Santa Gemma

il cardinale Ernest Simoni in visita per la seconda volta alla comunità religiosa  della Certosa di Farneta dedicata allo “Spirito Santo”, ad oggi unica certosa, di ramo maschile attiva in Italia insieme alla Certosa di Serra San Bruno.

Sua Eminenza, ha varcato l’antico portone che divide il mondo esterno dal “deserto” dell’austera clausura, accolto dal Priore Dom Piero e dai confratelli, che salutando il venerato Porporato con il titolo di Eminenza si sono sentiti rispondere: “Eminenza è Gesù che gronda sangue ogni giorno per noi sulla croce, noi siamo uomini, fratelli operai nella Vigna del Signore io sono padre Ernest francescano figlio del Serafico San Francesco”.

Il cardinale con la comunità monastica, ha recitato il Santo Rosario ed al termine la preghiera di San Michele Arcangelo del Santo Padre Leone XIII impartendo la solenne Benedizione.

Il porporato è conosciuto in tutto il mondo per il suo straordinario cammino di vita alla luce del Vangelo: all’età di 10 anni nel settembre del 1938 fece ingresso nel Convento Francescano di Scutari, dove vi restò fino alla soppressione degli ordini religiosi ed all’uccisione dei superiori, accusati ingiustamente di voler organizzare una sommossa contro il regime comunista dal dittatore Enver Hoxha, il quale per costituzione dichiarò l’Albania il primo stato del mondo ateo.

Continuando gli studi clandestini, dopo tre anni di durissimo servizio militare don Ernest riuscì a diventare sacerdote, arrestato poi nel 1963 e condannato a morte, pena poi commutata nel carcere a vita per 28 anni anni tra prigionia, lavori forzati nelle miniere nei campi di concentramento e nelle fogne di Scutari. Il sacerdote, fu poi liberato definitivamente nella primavera del 1991, riprese il suo apostolato nel nord dell’Albania, senza mai sottrarsi alle fatiche, ricostruendo con i pochi sacerdoti sopravvissuti la Chiesa d’Albania che era stata duramente piegata dalla dittatura del regime.

Papa Francesco, incontrando a Tirana nel 2014 l’anziano sacerdote, ad oggi l’ultimo testimone sopravvissuto alla persecuzione, si commosse fino alle lacrime definendolo un “martire vivente”; nel 2016 inaspettatamente il Santo Padre lo crea cardinale.

Padre Ernest ha ricordato quanto provvidenzialmente il Signore gli sia stato vicino ogni giorno nei suoi tremendi patimenti, nei quali anni era divenuto un padre spirituale per i compagni di prigionia, per i cristiani e per coloro appartenenti ad altre confessioni religiose. Durante questi anni ha ricordato il cardinale: “sono stato aiutato e confortato dalle promesse evangeliche del Signore e mi ripetevo ”Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” e con la forza derivante dalla preghiera recitando il Santo Rosario, pregavo muovendo la bocca ed i poliziotti dicevano che ero impazzito credendo che parlassi da solo, invece pregavo e con tutto me stesso mi affidavo alla Santissima Madonna. Riuscivo a celebrare  clandestinamente la Santa Messa in latino a memoria, con delle ostie che facevo con della farina ed acqua che cuocevo in dei fornelli di fortuna e del succo ottenuto dalla spremitura di chicchi di uva che mi procurava la moglie di un intellettuale musulmano in prigione con me, poiché anche lui definito come me nemico giurato del popolo”.

Sua Eminenza, è rimasto colpito dai racconti della “strage di Farneta” avvenuta durante la Seconda guerra Mondiale nel settembre del 1944, quando 12 certosini (6 monaci sacerdoti e 6 fratelli laici) e 32 laici, furono tratti in arresto ed uccisi, dalla 16ª SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer, la stessa responsabile delle stragi di Sant’Anna di Stazzema e di Marzabotto.

I militari tedeschi fecero irruzione nella Certosa, mentre i religiosi erano nel Coro riuniti per cantare il Mattutino, furono poi tratti in arresto accusati dai militari tedeschi di aver nascosto fra le mura della Certosa un centinaio di ricercati (fra essi: politici, partigiani ed ebrei) decidendo di contravvenire alla regola cistercense e alla crudeltà umana dei nazifascisti aprendo le porte della Certosa a quanti bussavano in cerca di aiuto, indipendentemente dal credo politico e religioso.

Prima di lasciare Lucca il cardinale si è dedicato ad un fuoriprogramma facendosi pellegrino sulle orme di Santa Gemma Galgani, partecipando alla Santa Messa tra la commozione dei tanti fedeli per l’inaspettata visita. Lasciando il Santuario – Monastero di Santa Gemma si è poi soffermato a lungo a parlare con le monache claustrali di vita contemplativa delle “Religiose della Passione di Gesù” chiamate comunemente “Monache Passioniste” fondate nel 1771 da San Paolo della Croce, le quali si prendono cura del Santuario e dell’accoglienza dei pellegrini, vivendo nello spirito di povertà, solitudine, gioiosa penitenza e preghiera conforme alla spiritualità di Santa Gemma.