Vita Chiesa

Catechismo: se il parroco dimentica i genitori…

DI DON FRANCESCO SENSINISto cercando, presso la libreria delle suore Paoline, un testo sui gruppi di ascolto, quando alcune catechiste, intorno al banco dei quaderni attivi per l’iniziazione cristiana, dialogano liberamente tra di loro: «Guarda, questo è proprio carino per i miei ragazzi!» «No! No! questo è meglio, ci sono anche le figurine adesive!» «Io se potessi cambierei i ragazzi, fare catechismo a quelli di terza media è una tortura per me e per loro! Qui ci sono poche figure!»Rifletto per un attimo: è bello vedere l’impegno che queste catechiste mettono per rendere il loro sevizio più efficace. Ma per la familiarità che ho con la realtà della catechesi mi inserisco nel loro dialogo e chiedo con una punta di ironia: Scusate, ma per i genitori non cercate nulla?La più sveglia mi risponde a tono: No! i nostri ragazzi sono tutti orfani! Gli sguardi si incontrano e ci riconosciamo. «Scusi, don Francesco, ho risposto così perché è quello che dice sempre il nostro parroco». «Ma voi che cosa ne pensate?». Noi crediamo che se non facciamo niente per la famiglia questa rimarrà sempre all’esterno!Ma al vostro parroco lo avete detto? Lui non vuole troppi problemi, è più facile dire che ai genitori non interessa il catechismo piuttosto che cercare il modo per farglielo interessare! Un’altra catechista cerca di risollevare la reputazione del parroco (in realtà i catechisti vogliono sempre bene al parroco) ricordando che quando i genitori sono stati chiamati non sono venuti. «Per forza – continua una terza – se devono venire a sentir sempre le stesse cose, stanno più volentieri a casa!» Mi rendo conto che sto facendo il processo al loro parroco e questo non è corretto in sua assenza, allora chiedo a loro: «Voi che cosa fareste per i genitori?» La domanda purtroppo le trova impreparate.. Quando sono state invitate a fare catechismo hanno creduto di diventare delle brave «maestre di dottrina» per i ragazzi. Era invece un invito a collaborare con le famiglie nella educazione alla fede dei figli.

Comunque ottengo una risposta: «Io comincerei da quelli del primo anno. Inizierei con una gita presso un luogo religioso significativo, poi durante l’anno alternerei incontri diciamo formativi con incontri meno pesanti dove però darei dei compiti ai genitori. Poi…. Non so». Anche le altre catechiste condividono.

Entra il parroco. Un attimo di silenzio. «L’avete trovato il materiale per i ragazzi? Quest’anno se non sono preparati non gli faccio fare i sacramenti, chiaro?».