Vita Chiesa

Cei, card. Bassetti: «La gente ha bisogno di lavoro, se non si lavora non aumenta il Pil e il debito pubblico sale»

«Non mi sembra ci siano prospettive che fanno ben sperare per il Paese», ha aggiunto il cardinale a proposito dello scenario attuale. «La nostra preoccupazione più grande è che la nostra gente soffre, è infelice – ha affermato – e questa infelicità, causata dalla crisi e da altre situazioni, rischia di tradursi in rancori». Bassetti ha definito tale situazione «pericolosa, perché i rancori possono suscitare populismi». «C’è un modo per risolvere i problemi anche peggiorandoli, anche se si fa con accuratezza», ha precisato: «Quello che mi preoccupa è che la gente non lavora, e non vedo grandi politiche per incentivare il lavoro», ha ribadito il porporato, citando un recente fatto di cronaca: «I 40mila che protestavano per la Tav non erano ecologisti, era gente che non metteva insieme il pranzo con la cena». «L’Europa non può essere solo l’Europa delle banche e degli interessi», il monito relativo a una domanda sul nostro continente: «Sono un pastore di anime, mi preoccupo dei problemi della gente».

Anche nel comunicato finale sui lavori dell’Assemblea generale straordinaria della Cei (12-15 novembre) si parla della situazione sociale politica del paese. I vescovi, si legge, hanno dato voce alla preoccupazione per «un linguaggio corrente tante volte degradato e aggressivo; per un confronto umiliato dal ricorso a slogan che agitano le emozioni e impoveriscono la riflessione e l’approfondimento; per una polarizzazione che divide e schiera l’opinione pubblica, frenando la disponibilità a un autentico dialogo». E a riprova di questo citano l’«esempio eclatante il modo con cui si affronta la realtà delle migrazioni, scivolando spesso in atteggiamenti di paura, chiusura e rifiuto».

I vescovi, da una parte, «hanno sottolineato come non ogni tipo di apertura sia secondo verità, per cui non si possono automaticamente stigmatizzare le ragioni di chi ne coglie soprattutto le difficoltà; dall’altra, hanno ribadito che la solidarietà rimane la strada maestra, fatta di accoglienza doverosa e di itinerari di integrazione». «A fronte della complessità che un cambiamento d’epoca porta con sé, nei Pastori è emersa la consapevolezza di dover investire con convinzione in proposte formative, che superino la tentazione di fermarsi a qualche presa di posizione occasionale. Come è stato evidenziato in Assemblea, si tratta innanzitutto di formare la comunità alla fede, al respiro del Vangelo, alla sostanza dell’esperienza cristiana, nell’avvertenza che una coscienza formata sa farsi attenta e capace di assumersi responsabilità, quindi di spendersi per il bene comune». Un ruolo decisivo nella costruzione di una nuova sensibilità nell’opinione pubblica è stato riconosciuto ai media, con il conseguente appello a sostenere e promuovere quelli d’ispirazione cattolica.