Vita Chiesa

Cei: il comunicato finale del Consiglio episcopale permanente

L’identità propria e unica dell’istituto matrimoniale, la richiesta di politiche familiari consistenti ed efficaci, la condivisione per l’umiliazione dei giovani esclusi dal lavoro e degli adulti che l’hanno perso, le condizioni di povertà e di solitudine provate da tante persone, la persecuzione dei cristiani e di altre minoranze, il dramma dei migranti e la riduzione dell’impegno condiviso dell’accoglienza: attorno ai temi della prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, si è sviluppato il lavoro del Consiglio episcopale permanente, riunito a Roma dal 25 al 27 gennaio.

Nelle parole dei vescovi, si legge nel comunicato finale, «è stato riaffermato l’impegno a continuare una pastorale di prossimità a chi è nella fatica, oltre all’incoraggiamento perché non venga meno la fiducia». Nel «solco dell’eredità spirituale» del Convegno ecclesiale di Firenze – e, in particolare, del discorso del Santo Padre e dell’esperienza sinodale – il confronto ha aiutato a mettere a fuoco «alcune priorità in vista di un’agenda condivisa: famiglia, scuola e poveri, terreno di quella missionarietà che trova nell’educazione la propria finalità». La volontà di valorizzare gli orientamenti contenuti nell’Evangelii gaudium è emersa anche «a fronte del processo in corso di secolarizzazione, per arrivare all’individuazione e all’assunzione di nuove forme di presenza testimoniale e di azione pastorale». In questa chiave, «il Consiglio permanente ha affrontato le proposte per un rilancio del Progetto culturale».

Una comunicazione specifica è stata offerta in merito alla riforma del processo matrimoniale canonico, rispetto alla quale i vescovi hanno espresso la «piena condivisione per le ragioni che hanno ispirato il Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus di Papa Francesco». Il Consiglio permanente ha approvato i nuovi parametri per l’edilizia di culto per il triennio 2016-2018 e ha esaminato gli Statuti di associazioni di fedeli. Infine, ha provveduto anche ad alcune nomine, fra le quali quella di membri di Commissioni episcopali e del presidente e dei membri del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.

Difesa della famiglia. «Le difficoltà e le prove della famiglia – e insieme la sua bellezza, centralità e unicità – sono state ampiamente sottolineate dai Vescovi, a ripresa e approfondimento dei contenuti offerti nella prolusione del Card. Bagnasco. Negli interventi – si legge nel comunicato – si è espressa la consapevolezza della missione ecclesiale di dover annunciare il vangelo del matrimonio e della famiglia, difendendo l’identità della sua figura naturale, i cui tratti sono recepiti nella stessa Carta costituzionale». «L’equiparazione in corso tra matrimonio e unioni civili – con l’introduzione di un’alternativa alla famiglia – è stata affrontata all’interno della più ampia preoccupazione per la mutazione culturale che attraversa l’Occidente. Sul piano delle nuove povertà, il Consiglio permanente si è fatto interprete di una Chiesa vicina alla gente, della quale non ha esitato a farsi voce: ecco le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, molte delle quali si trovano a non saper soddisfare nemmeno i bisogni primari; ecco la piaga della disoccupazione, per affrontare la quale non bastano i richiami alla solidarietà, ma serve una nuova, forte imprenditorialità e un welfare di comunità; ecco la preoccupazione per l’inverno demografico, la richiesta di maggior sostegno per i diritti dei figli – a partire dal concepimento – e la denuncia per l’assenza di politiche familiari efficaci». A livello «geografico», due le sottolineature di fondo: «La necessità di superare il divario tra Nord e Sud con un investimento non assistenziale, ma strategico nel Meridione – condizione imprescindibile per la ripresa economica del Paese – assicurando anche una maggiore presenza dello Sato e un sostegno a quanti lottano per la legalità; la valorizzazione del Mediterraneo, sia nella prospettiva dello sviluppo in chiave europea, sia – sul fronte delle migrazioni – quale ponte per entrare in dialogo con le Chiese del Nordafrica, in vista di una cultura non dell’emergenza, ma dell’accoglienza».

Sinodalità come metodo ecclesiale. Nel solco degli Orientamenti pastorali del decennio e sulla scorta dell’esperienza del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, «l’attenzione del Consiglio permanente si è concentrata sulle condizioni per dare vita a un nuovo umanesimo, a un annuncio di fede che non si fermi sul piano delle formule, ma giunga a illuminare le domande di senso che attraversano l’esistenza umana», si legge nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente. «A Firenze – è stato da tutti ricordato – Papa Francesco ha affidato alla Chiesa italiana per i prossimi anni il compito di ‘avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare disposizioni, specialmente su tre o quattro priorità’. Almeno in parte, tali priorità sono emerse già nelle stesse parole del Santo Padre, relative al primato della carità e alla presenza pubblica della Chiesa. In ordine di un’agenda condivisa, il Consiglio permanente ha rimarcato innanzitutto la centralità dei poveri, quindi l’impegno per una famiglia che sia maggiormente soggetto politico, attenta a costruire alleanze con la scuola e la comunità. La missionarietà – nell’orizzonte della sfida educativa – è stata indicata come il cuore di un dinamismo e il fondamento di un umanesimo compiuto». Nella prospettiva dei vescovi, «tali ambiti necessitano di essere assunti a partire dalle esigenze del territorio, per avviare processi che contribuiscano a risposte nel tessuto quotidiano». «Sulla scia del Convegno – e della stessa tradizione ecclesiale – si intende guardare allo stile e alla pratica della sinodalità, quale metodo con cui rinnovare gli organismi di partecipazione, rendendoli sempre più luoghi di comunione, discernimento e progettazione pastorale, aperti al dialogo con le diverse anime della società». La Segreteria generale sta predisponendo un sussidio che, nella luce dell’esperienza del Convegno, consenta di approfondirne il significato teologico e il valore ecclesiale.

Rilanciare il Progetto culturale. L’importanza di «valorizzare gli orientamenti» contenuti nella «Evangelii gaudium» è emerso anche dalla disanima che il Consiglio Permanente ha fatto del cambiamento culturale ed etico in atto nel Paese. «Senza indulgere a lamentele o a disfattismo – si legge nel comunicato finale -, i Vescovi si sono lasciati interrogare dal persistere di una religiosità diffusa, che spesso però non si esprime in senso ecclesiale e non porta a una reale vita cristiana. Dalla cultura tramandata di ieri – che ha delineato i tratti di un cristianesimo di popolo – ci si trova a misurarsi con la sfida di proporre l’esperienza di fede nelle circostanze inedite del tempo presente. In tempi nei quali la stessa visione dell’uomo e la prassi etica non hanno più una forma comune e condivisa, si avverte l’impossibilità di accontentarsi di una pastorale di conservazione, per aiutarsi a individuare – sulla scia dell’insegnamento del Papa – nuove forme di presenza testimoniale e di azione». In questa chiave, «il Consiglio Permanente ha affrontato le proposte per un rilancio del Progetto culturale orientato in senso cristiano, secondo formule che consentano di evitare ogni autoreferenzialità. Al riguardo, si è sottolineata la necessità di un raccordo tra l’anima accademica e quella pastorale, in modo che i risultati della ricerca intellettuale possano essere condivisi e il dialogo interno ed esterno sia coltivato nell’ottica della missione della Chiesa e della vita credente».

Adesione alla riforma del processo canonico delle cause di nullità. «Giusta semplicità e celerità dei processi, accessibilità e vicinanza fisica e morale delle strutture ecclesiastiche, gratuità – per quanto possibile – delle procedure per le parti e centralità dell’ufficio del Vescovo»: le finalità della legge di riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, stabilite dal Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus di Papa Francesco, hanno incontrato la «convinta adesione» di tutto il Consiglio permanente. I suoi membri hanno, in particolare, riconosciuto «l’opportunità che nell’attuazione di detta riforma siano ricercate a livello di Regione ecclesiastica soluzioni condivise in merito all’impiego, all’eventuale ricollocazione e alla giusta retribuzione degli operatori impegnati nei tribunali ecclesiastici. La Conferenza episcopale italiana assicura l’impegno a valutare l’entità e le condizioni del proprio contributo economico perché sia attuato il principio della giustizia e della gratuità delle procedure». Verrà, quindi, modificata – in sede di Assemblea generale – la normativa Cei sul regime amministrativo ed economico dei tribunali.

Riordino delle Diocesi. Il Consiglio permanente ha approvato le tabelle parametriche dei costi per la costruzione di nuovi edifici di culto valide per il triennio 2016-1018, che sono state aggiornate applicando un incremento percentuale pari all’1%, considerato adeguato alle previsioni medie dell’indice Istat. Inoltre, si legge nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente riunito a Roma dal 25 al 27 gennaio, «su indicazione della Congregazione per i Vescovi, entro la fine d’agosto 2016 le Conferenze episcopali regionali sono invitate a far pervenire alla Segreteria generale della Cei il parere circa un progetto di riordino delle diocesi. Entro il 10 marzo la stessa Congregazione ha chiesto di conoscere come i vescovi vivano l’emeritato, come anche di poter raccogliere suggerimenti in vista di una eventuale ulteriore riflessione. Infine, i presidenti delle Conferenza episcopali regionali sono invitati a far pervenire le osservazioni e le proposte relative agli Istituti diocesani per il sostentamento del clero».