Vita Chiesa

Come disegnare lo spazio sacro

di Luigi CavalluccioLa Facoltà Teologica dell’Italia Centrale propone una nuova edizione del Master in Teologia e architettura di chiese: progettisti per il terzo millennio. Nel secondo anno, spiega il direttore del Master, don Gianni Cioli, si tenterà di favorire ancora di più l’integrazione tra le materie teologiche e quelle architettoniche.

Dunque, la prima edizione è stata un’esperienza positiva.

«Sì, avendo seguito da vicino lo svolgimento del Master, posso dire che è stata un’esperienza importante. Mi pare di poter dire che è stato raggiunto l’obiettivo che il Master si era prefissato: fornire a coloro che intendono operare nel campo dell’adeguamento, del restauro e della progettazione di chiese gli strumenti per esprimere le necessità della comunità cristiana. Gli iscritti, provenienti da tutt’Italia, hanno partecipato con costanza ed entusiasmo, dichiarandosi soddisfatti del percorso che abbiamo offerto loro e trovandolo nell’insieme corrispondente alle loro aspettative. Diversi per età, esperienza e formazione, hanno potuto confrontarsi tra loro e coi docenti in una collaborazione stimolante e arricchente per tutti. È stato molto apprezzato il clima di amicizia e di familiarità che si è creato. Merito degli iscritti, ma anche della Facoltà e di chi, nella Facoltà, lo ha favorito: il direttore della passata edizione del Master, Severino Dianich, i docenti, il personale della segreteria del Master e della Biblioteca e tutto il personale di servizio. Per creare questo clima sono state particolarmente utili le uscite e i seminari, oltre che tutte quelle iniziative organizzate per il gusto di stare insieme. Del successo devo ringraziare in modo particolare il preside don Andrea Bellandi e tutto il Consiglio di presidenza per il costante sostegno all’iniziativa».

Vi sono state anche difficoltà?

«Sono emerse anche delle difficoltà. Una di queste è stata quella d’integrare in maniera veramente interdisciplinare i corsi, e in particolare le materie teologiche e quelle architettoniche. In questo senso il nuovo Master si propone d’insistere su tutti quei momenti di confronto e di elaborazione tra i docenti delle due aree disciplinari».

Il confronto tra due aree disciplinari così disparate avrà certamente messo in luce questioni interessanti. Quali sono stati i nodi e quali prospettive possono aprirsi?

«Vi sono questioni aperte, difficili ma affascinanti sulle quali teologia, architettura ed estetica sono chiamate a confrontarsi e comprendersi, quali ad esempio che cosa s’intende quando si parla di spazio sacro; quale importanza dare alla funzionalità dello spazio quando si progetta una chiesa; come s’inserisce l’edificio chiesa in un dato contesto umano e quale idea di chiesa veicola; come concepire un programma iconografico adeguato alla sensibilità dell’arte e della cultura attuali e capace di esprimere la coscienza della chiesa di oggi, le esigenze della sua liturgia e della sua catechesi oltre che quelle della devozione popolare. In genere, l’architetto ha una percezione “estetica” del sacro: uno spazio capace di coinvolgere emotivamente chi ne fruisce, introducendolo in quello che è compreso come un ordine del tutto a sé. I teologi, che nella maggior parte hanno una visione “demitizzata” dello spazio sacro, tendono invece a considerarlo esclusivamente in funzione della memoria di fede celebrata nella liturgia. Il Master non ha potuto certamente risolvere questi nodi, ma li ha messi bene in luce ed ha aperto una strada da percorrere in dialogo, dialogo che cercheremo di favorire».

La vostra non è stata l’unica esperienza italiana di master in architettura di chiese: qual è il suo specifico?

«Il fatto che a organizzarlo sia stata una Facoltà teologica si è rivelato un punto di forza: il contesto ha sicuramente concorso a dare il carattere di novità a questa proposta interdisciplinare, avvicinando le materie teologiche a chi, pur interessato, non avrebbe avuto altrimenti la possibilità di frequentarle, soprattutto con un taglio concepito in funzione del progettare chiese. Ciò ha comportato evidentemente la necessità di ripensare l’insegnamento propedeutico delle discipline teologiche coinvolte, con un sicuro arricchimento dell’esperienza dei docenti».

Rispetto alla passata edizione, quali saranno le novità e quali le conferme?

«Ci sono delle novità: in questa edizione sarà dato maggior spazio alle questioni del restauro, con un corso specifico. Tra i nuovi docenti, monsignor Giancarlo Santi, che ha svolto fino a quest’anno il compito di direttore dell’Ufficio dei beni culturali della Conferenza Episcopale Italiana. Nel direttivo sono confermati i nomi di architetti di fama come Paolo Zermani e Fabrizio Rossi Prodi. Nell’ambito della teologia emerge il nome di Severino Dianich, che anche per questa edizione curerà il corso di ecclesiologia, e in quello della storia dell’arte quello di Timothy Verdon».

Un’iniziativa così mirata avrà suscitato l’interesse dei media…

«In effetti del Master si è parlato diffusamente sulla stampa specialistica e non, nazionale e locale, oltre che sulle reti televisive regionali: evidentemente l’interesse per la questione della progettazione delle chiese non è di settore. E non stupisce, dal momento che, le si frequentino o meno, le chiese fanno parte del paesaggio quotidiano e del patrimonio culturale del nostro paese».

500 ore di lezionesull’edilizia religiosaNel Novecento si sono costruite più chiese nel mondo che durante i precedenti diciotto secoli di cristianesimo. Un dato che mette in luce la sorprendente vitalità di questo tipo di edilizia. Anche in Italia vengono ancora costruite molte chiese e sono moltissimi gli interventi di restauro o di adeguamento di chiese già esistenti. E molto si discute sul livello estetico e funzionale di tali realizzazioni. Dal dopo guerra in poi le realizzazioni architettoniche in questo settore, soprattutto in Italia, raramente hanno incontrato il favore del pubblico. Edifici spesso poco omogenei col tessuto urbano e col contesto vitale e storico, hanno segnato in specie le nostre periferie di contenitori brutti e inadeguati al loro scopo. L’edificio chiesa sembra mettere in imbarazzo i progettisti, generalmente quasi del tutto digiuni di una formazione specifica.

Per rispondere alla necessità di formazione specifica di architetti e ingegneri edili che intendono operare in questo settore, nel 2003 la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale ha istituito e promosso un Master post-laurea in Teologia e Architettura di Chiese. Dato il successo dell’iniziativa, e le numerose richieste, è stato deciso di indire una nuova edizione del Master. Le iscrizioni sono aperte a partire dal 15 giugno prossimo.

Il corso, originale per la sua impostazione interdisciplinare, è stato apprezzato sia dagli iscritti – una trentina tra architetti e ingegneri provenienti da tutta l’Italia – e dai docenti che dalla stampa, non soltanto come occasione di specializzazione e di approfondimento culturale ma anche come opportunità di confrontare esperienze e visioni professionali diverse.

Il corso che prevede, tra lezioni ed esercitazioni, un numero complessivo di oltre 500 ore è diretto dal prof. Gianni Cioli, docente di Teologia morale della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, coadiuvato da due noti architetti e progettisti dell’Ateneo fiorentino, Fabrizio Rossi Prodi e Paolo Zermani, e da due colleghi teologi, Valerio Mauro e Alfredo Jacopozzi.

Fra i docenti vi sono nomi di spicco quali quelli di Severino Dianich, uno dei maggiori teologi italiani; di Timothy Verdon, storico dell’arte di fama internazionale; e di Giancarlo Santi, già direttore dell’Ufficio per i beni culturali della CEI, che da quest’anno terrà il corso di architettura, iconografia e decorazione.

Il master si rivolge ai professionisti che vogliono operare negli ambiti della progettazione, del restauro e dell’adeguamento liturgico delle chiese offrendo loro una formazione teologico-liturgica e una formazione storico-architettonica e progettuale.

L’intento del master è quello di fornire una conoscenza biblica, liturgica ed ecclesiologica di base, un panorama adeguato degli sviluppi storici e delle principali realizzazioni contemporanee dell’architettura religiosa cristiana, e una competenza specialistica sulla tematiche della progettazione, della realizzazione, della conservazione, del restauro e dell’adeguamento degli edifici ecclesiastici secondo le linee e le esigenze della liturgia rinnovata dal concilio Vaticano II.

Il master, che ha la durata di 3 semestri – dal 28 ottobre 2005 al 24 febbraio 2007 -, prevede lezioni ed esercitazioni nei soli giorni di venerdì e sabato mattina, per consentire anche ai non residenti a Firenze di poter partecipare. La direzione del Master provvederà a trasmettere a tutte le curie diocesane d’Italia l’elenco degli allievi – non più di 30 per ogni edizione – che avranno conseguito il diploma. L’iniziativa gode dell’alto patronato della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa Cattolica e della Conferenza Episcopale Italiana. La scheda• Il master post-laurea in Teologia e Architettura di Chiese si rivolge ai professionisti che vogliono operare negli ambiti della progettazione, del restauro e dell’adeguamento liturgico delle chiese

• Il corso prevede, tra lezioni ed esercitazioni, un numero complessivo di oltre 500 ore.

• Il master ha la durata di 3 semestri – dal 28 ottobre 2005 al 24 febbraio 2007 – e prevede lezioni ed esercitazioni nei soli giorni di venerdì e sabato mattina, per consentire anche ai non residenti a Firenze di poter partecipare.

• Le iscrizioni sono aperte a partire dal 15 giugno

Per informazioni:Facoltà Teologica dell’Italia CentraleVia Cosimo il Vecchio 2650139 Firenze (zona di Careggi)Telefono: 055.428221 – 055.4282231 – 328.3116585Sito web: www.ftic.it e-mail: infomaster@ftic.it