Vita Chiesa

Convegno di Verona: i «no» diventano «sì»

DI DON FRANCESCO SENSINI«Discorso carico di violenza e ipocrisia, contro la libertà di scelta individuale». Vorrei poter scrivere che questa è stata la reazione di un integralista musulmano al discorso del Papa al convegno ecclesiale di Verona. Ma in realtà non è così. È invece la reazione di un laico, esponente radicale della Rosa nel Pugno.

Ecco una affermazione «violenta e ipocrita» nel discorso del Papa. «Una educazione vera ha bisogno di risvegliare il coraggio delle decisioni definitive, che oggi vengono considerate un vincolo che mortifica la nostra libertà ma in realtà sono indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di grande nella vita».

Si può non condividere questa «idea», si può avere una visione diversa sull’uso della libertà, si può ritenere che il criterio per le scelte sia l’opportunismo e la convenienza, ma ritenere queste parole violente e ipocrite manifesta soltanto una cattiva fede.

E io dovrei dialogare con queste persone? dovrei cercare le aperture, i punti di contatto, i valori comuni? Quando manca la ragione è impossibile parlare di fede.

Anche il diessino Grillini, presidente dell’Arcigay, ha commentato il discorso del papa: «La religione cattolica è stata trasformata in divieti, veti e proibizioni». Ecco le affermazioni «proibizioniste» del Papa. «Dalla sollecitudine per la persona umana e la sua formazione vengono i nostri “no” a forme deboli e deviate di amore e alle contraffazioni della libertà, come anche alla riduzione della ragione soltanto a ciò che è calcolabile e manipolabile. In verità, questi “no” sono piuttosto dei “sì” all’amore autentico, alla realtà dell’uomo come è stato creato da Dio».

Il «no» e il «sì» sono come facce della stessa medaglia. Dire si al bene non è in realtà dire no al male? Dire no alla droga non è dire sì alla vita? Dire sì alla guerra non è forse dire no alla pace? E dire si alla pace non è dire no alla guerra? Dire sì alla velocità in macchina non è dire no alla sicurezza tua e degli altri? Proibire dunque (dire no) significa indicare e scegliere altri valori (sì).

Ecco i grandi «sì» della Chiesa dopo Verona: «Non ci tiriamo indietro davanti alle grandi sfide di oggi: la promozione della vita, della dignità di ogni persona e del valore della famiglia fondata sul matrimonio; l’attenzione al disagio e al senso di smarrimento che avvertiamo intorno e dentro di noi; il dialogo tra le religioni e le culture; la ricerca umile e coraggiosa della santità come misura alta della vita cristiana ordinaria; la comunione e la corresponsabilità nella comunità cristiana».