Vita Chiesa

Corpus Domini a Prato, in ottocento in piazza Duomo

La messa, con l’altare sistemato sul sagrato della cattedrale, è stata presieduta dal vescovo Giovanni Nerbini e concelebrata da una cinquantina di sacerdoti pratesi. Come detto, in tanti hanno partecipato alla celebrazione: c’erano i confratelli e le consorelle della Misericordia vestiti con la tradizionale cappa di colore nero, gli aderenti dell’Azione Cattolica, gli scout dell’Agesci, i terziari carmelitani e i rappresentanti delle tante realtà presenti in diocesi. Presenti nelle prime file le autorità cittadine con il sindaco Matteo Biffoni, il prefetto Adriana Cogode, il questore Giuseppe Cannizzaro, Primo Bosi in rappresentanza della Provincia di Prato e i comandanti delle forze dell’ordine.

C’erano anche duecento giovani, ai quali il Vescovo ha impartito il mandato di animatori per l’imminente inizio degli oratori estivi. Quest’anno sono venti le parrocchie pratesi nelle quali si vivrà l’esperienza dell’Estate Ragazzi. «Con lo sguardo di Gesù – ha detto Nerbini – vogliamo ritrovare il nostro posto accanto ai bambini, agli adolescenti ed ai giovani che in questo tempo hanno sofferto tantissimo e pagato uno dei prezzi più alti per l’isolamento. Vogliamo riscoprire insieme a loro la bellezza di vivere, l’allegria del gioco e dello scherzo, l’avventura dell’amicizia e il miracolo della scoperta che c’è un padre che ci ama e che non ci lascia mai soli».

Nella omelia Nerbini ha sottolineato come in un tempo come questo, «segnato da sofferenze, nuovi e vecchi bisogni, solitudini e perdita di speranza», occorra «ritrovare nuovo slancio fissando lo sguardo su Gesù Eucarestia. Proprio come abbiamo fatto lo scorso anno, quando in molti, vista l’emergenza, hanno attivato energie e risorse per offrire lavoro, vicinanza e servizi senza stare a misurarsi». Un invito dunque a guardarsi intorno per sostenere e accompagnare chi è rimasto indietro.

«Carissimi usciamo da un anno difficile che nella sua parte iniziale ci ha privati della possibilità di accostarci all’Eucarestia – ha detto Nerbini -, abbiamo sperimentato quello che tanti cristiani perseguitati ed incarcerati in tante parti del mondo, vivono abitualmente: la privazione della possibilità di ritrovarsi insieme intorno all’altare, ogni domenica. L’Eucarestia domenicale ci invita a superare paure, remore, fatiche, pigrizie. Di più: abbiamo bisogno di ritrovare la familiarità con il sostare in silenzio, per qualche momento di fronte al Sacramento, così come la grande tradizione della chiesa ci ha insegnato e ci raccomanda».

Al termine della celebrazione il vescovo Giovanni è salito sul pulpito di Donatello e da lì ha impartito la benedizione eucaristica con il Santissimo Sacramento. In piazza è sceso il silenzio, proprio come il 19 marzo 2020, quando in pieno lockdown Nerbini, attraverso il Sacro Cingolo, ha implorato la protezione di Maria sulla città. «Oggi vogliamo fare nostro l’abbraccio dell’Eucarestia sulla nostra amata città – ha detto il Presule – a tutti i suoi abitanti, nessuno escluso e al mondo intero, rinnovando il nostro intimo impegno al servizio, a partire dalla preghiere e soprattutto dalla prossimità a chi soffre ed è solo».