Vita Chiesa

DIOCESI FIRENZE DONA RELIQUIA A CHIESA RUSSA

La Diocesi di Firenze ha donato alla chiesa Russa Ortodossa di Firenze un frammento della reliquia di San Giorgio, conservata nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. San Giorgio è uno dei santi più venerati in tutte le chiese orientali e in particolare in Russia, dove il nome di Gheorghi è uno dei più diffusi tra la popolazione. Martire del IV secolo originario di Lida (un villaggio che sorgeva nella zona dell’odierna Tel Aviv), San Giorgio è raffigurato abitualmente in veste da guerriero, nell’atto di uccidere un drago. La sua tomba era conservata in un importante santuario, andato distrutto durante la dominazione islamica: di lui restano poche reliquie. Quella conservata nel Duomo di Firenze è un importante frammento osseo, le cui prime notizie negli archivi fiorentini risalgono al 1220: una parte di questa reliquia è stata consegnata questa mattina dal vescovo ausiliare Claudio Maniago all’arciprete della chiesa russa ortodossa di Firenze Gheorgi Blatinski. La consegna è avvenuta durante la Divina Liturgia, al momento della presentazione dei doni: proprio il 6 maggio infatti, nella liturgia orientale, si celebra la memoria di San Giorgio (nel calendario occidentale si festeggia invece il 23 aprile). Ad accompagnare il vescovo Maniago c’erano il priore della Badia Fiorentina padre Antoine Emmanuel e Alessandro Bicchi, sacrestano del Duomo che ha provveduto a preparare il frammento della reliquia.Il dono risponde a una precisa richiesta dell’arciprete Blatinski, che in una lettera al cardinale Ennio Antonelli aveva espresso questo desiderio sia per la venerazione dedicata a San Giorgio, sia per creare un legame sempre più forte tra la comunità ortodossa fiorentina e quella cattolica. Padre Blatinski ha anche annunciato che si adopererà per far arrivare a Firenze, in cambio, una reliquia di San Massimo il Greco, i cui resti sono conservati nel monastero di Zagorsk, vicino Mosca: prima di arrivare in Russia, Massimo il Greco aveva vissuto per alcuni anni a Firenze dove era diventato un discepolo di Savonarola. La figura di questo monaco era molto cara al “sindaco santo” Giorgio La Pira, che nel suo celebre viaggio a Mosca del 1959 ne visitò la tomba.