Vita Chiesa

DOCUMENTI: II Congregazione

La seconda Congregazione Generale della XI° Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi è cominciata lunedì 3 ottobre alla 16:30 nell’Aula del Sinodo. Il Papa ha assistito agli interventi liberi, che si sono svolti dalle 18 alle 19. Il presidente delegato di turno è stato il cardinale Francis Arinze. In questa riunione erano presenti 241 padri sinodali. Di seguito riportiamo estratti degli interventi di questa congregazione: CARDINALE JOSE’ SARAIVA MARTINS, PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI. “L’Eucaristia è prima di tutto, la sorgente più profonda, sublime e radicale comunione con il Redentore. (…) Ma l’intima e misteriosa comunione con Cristo realizzata nell’Eucaristia, non può essere nè compresa nè pienamente vissuta, al di fuori della “comunione ecclesiale”. La prima porta necessariamente alla seconda. (…) L’Eucaristia, dunque, unendo vitalmente gli uomini a Cristo, li unisce anche tra di loro. Lo stesso Cristo diviene, nell’Eucaristia, vincolo vivente tra i membri del suo Corpo. L’Eucaristia abbatte tutte le barriere culturali e sociali, per fare di tutti coloro che lo ricevono una sola comunità di fede, di speranze e di amore, per incamminarli verso quell’unità che trova il suo modello e la sua perfezione nell’unità della stessa SS.Trinità. (…) Mai come nella celebrazione eucaristica, la Chiesa è, ed appare, così perfettamente una, una koinonia, una comunione. La Chiesa è una perchè una è l’Eucaristia”. VESCOVO PHILIPPE GUENELEY, DI LANGRES (FRANCIA). “Una delle principali preoccupazioni dei Vescovi nelle comunità cristiane è la preparazione all’Eucaristia. Questa preparazione si relaziona con i bambini che si preparano alla Prima Comunione, così come anche i giovani e gli adulti, ai quali si propone un cammino catecumenale adeguato alla propria età, che li conduce progressivamente alla celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e, tra questi, c’è l’Eucaristia. (…) C’è da sperare che il Sinodo insista sulla stretta relazione tra il battesimo e l’Eucaristia, affinchè quest’ultima si manifesti come il culmine della vita battesimale.(…) Se la pratica eucaristica è debole vuol dire che il significato dell’Eucaristia non è stato scoperto. C’è bisogno di proporrre degli approfondimenti che introducano all’Eucaristia, per completare un’autentica pedagogia”. REVERENDO P. JOSEPH WILLIAM TOBIN, C.SS.R., SUPERIORE GENERALE DELLA CONGREGAZIONE DEL SANTISSIMO REDENTORE. “L’Instrumentum Laboris fa spesso riferimento al rapporto tra Eucaristia e Penitenza, e spesso il rapporto tra i due sacramenti è presentato come motivo di preoccupazione. Come possiamo aiutare le persone a riacquistare affetto per il sacramento della Penitenza e apprezzare il dono dell’Eucaristia come somma motivazione per amare Dio che si è donato a noi? (…) Le realtà umane di entrambi i sacramenti sono importanti, ma non tanto fondamentali quanto il fatto che i sacramenti ricevono il loro significato più profondo dal Mistero Pasquale di Cristo, che è la chiave per comprendere la Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia e la liberazione dai vincoli dei peccati gravi attraverso il sacramento della Penitenza”. ARCIVESCOVO BRUNO FORTE, DI CHIETI – VASTO (ITALIA) “Il capitolo II della Parte I dell’Instrumentum laboris è dedicato al tema “Eucaristia e comunione ecclesiale”: in particolare il n. 11 tratta del mistero eucaristico come “espressione di unità ecclesiale”. In altri passaggi si tocca il rapporto fra eucaristia e Chiesa. (…) Nonostante questi richiami, mi sembra che restino poco valorizzate le potenzialità dell’ecclesiologia eucaristica, di quel rapporto, cioè, fra l’Eucaristia e la Chiesa, che è stato concepito dalla grande Tradizione cristiana come costitutivo ed essenziale per l’essere e l’agire della Chiesa stessa.(…) Ci si chiede come nel Sinodo dei Vescovi la “sinodalità” o “collegialità” dei Vescovi “cum Petro et sub Petro”, fondata ed espressa nella “communio” eucaristica delle Chiese nell’unica Chiesa, possa essere espressa e realizzata al meglio. Spetta, peraltro, al Vescovo della Chiesa che presiede nell’amore, il Papa, indicare o stabilire altre forme possibili che favoriscano l’esercizio della collegialità episcopale nella luce della “communio” generata ed espressa dalla sinassi eucaristica”. VESCOVO SALVATORE FISICHELLA, AUSILIARE DI ROMA, RETTORE MAGNIFICO DELLA PONTIFICIA UNIVERSITA’ LATERANENSE DI ROMA (ITALIA). “In un periodo come il nostro, carico di una cultura che impone l’acquisizione di ogni cosa solo in forza del desiderio del possesso o, viceversa, che pretende il diritto solo per il fatto di vedere attuato un desiderio, l’eucaristia esprime come porsi dinanzi all’essenziale della vita attraverso un comportamento che si fa forte della “gratuità”. Senza questa riscoperta difficilmente si potrà pensare di raggiungere nel futuro obiettivi che qualifichino l’esistenza personale e creino progresso per l’intera storia dell’umanità. (…) Fino alla venuta del Signore siamo chiamati a rendere partecipi tutti del mistero che celebriamo. Esso richiede la capacità di trasformare il mondo in modo tale che ognuno possa esprimere al meglio se stesso. Ciò richiede la possibilità di sapere andare incontro all’altro, condividendo il suo cammino di ricerca della verità e diventando per ciascuno compagno di strada; nel rispetto dei tempi di ognuno, comunque, il credente sa indicare la strada per trovare la risposta definitiva alla domanda di senso”. ARCIVESCOVO TADEUSZ KONDRUSIEWICZ, DI MADRE DI DIO A MOSCA (FEDERAZIONE RUSSA). “La riforma liturgica ha permesso una partecipazione più cosciente, attiva e feconda dei fedeli all’Eucaristia. Però, con gli aspetti positivi essa ne ha portati anche di negativi. L’insufficiente disciplina e coscienza liturgica nella celebrazione dell’Eucaristia influisce negativamente anche sui rapporti ecumenici. La violazione delle norme liturgiche offusca la fede e la dottrina della Chiesa sull’Eucaristia, e porta al tradimento della regola “Lex orandi – Lex credendi”. (…) Papa Benedetto XVI richiama alla devozione eucaristica e all’espressione coraggiosa e chiara della fede nella presenza reale del Signore, soprattutto nella sua solennità e correttezza. Perciò è necessario accettare il fatto che la Liturgia ha un carattere “stabilito dall’alto e non libertario”, che per sua essenza essa è “incorruttibile”. (…) La vita liturgica richiede l’approvazione di un nuovo documento dottrinale con accento sull’osservanza delle norme liturgiche. Cristo non deve soffrire a causa degli abusi nella celebrazione dell’Eucaristia, che deve sempre essere accolta e vissuta dai fedeli come “sacrum”, come rinnovazione misteriosa del Sacrificio di Cristo, come Sua energia salvifica che trasforma l’uomo e il mondo, come rafforzamento della fede e fonte di moralità”. ARCIVESCOVO CRISTIÁN CARO CORDERO, DI PUERTO MONTT (CILE) “La mia proposta è che, vista la stretta relazione teologica, spirituale e pastorale tra Eucaristia e il Sacramento della Penitenza, e tenendo conto delle ombre nel campo di quest’ultimo sacramento, si dedichi un anno al Sacramento della Penitenza, fissando come punti fondamentali: il significato del Dio vivo e vero, e la sua eclisse nella cultura moderna; la necessità di salvezza e l’annuncio di Gesù Cristo; (…) il senso del peccato che è diminuito o scomparso a causa della dimenticanza di Dio e del relativismo morale; la conversione e la virtù della penitenza; la direzione e l’accompagnamento spirituale; la celebrazione del Sacramento della Penitenza come incontro del peccatore che si converte delle sue miserie e di Dio che, nella sua misericordia in Cristo, lo accoglie e lo perdona; le condizioni per ricevere la S. Comunione; la vita nuova in Cristo, quali suoi discepoli e membri della Chiesa. Con riferimento al rapporto tra Eucaristia e Pastorale Vocazionale, propongo che nell'”Anno della Penitenza” i sacerdoti vengano stimolati e formati in modo da occuparsi della direzione spirituale dei giovani e da dedicare tempo al Sacramento della Riconciliazione che, insieme con l’Eucaristia, è fondamentale nella direzione spirituale”.