Vita Chiesa

DOCUMENTO VATICANO: MAI COME ORA ATTACCHI TANTO VIOLENTI CONTRO LA FAMIGLIA

Mai come ora “l’istituzione naturale del matrimonio e della famiglia è vittima di attacchi tanto violenti”, frutto dell’affermarsi di una visione individualista che si manifesta nella “apologia della famiglia monoparentale, ricostituita, omosessuale, lesbica”, tende a far diventare “un diritto”, il “delitto” dell’aborto volontario e rompe “un’autentica solidarietà intergenerazionale”. Lo afferma il documento “Famiglia e procreazione umana”, pubblicato dal Pontificio consiglio per la famiglia che, in una sessantina di pagine, denuncia la visione “puramente individualistica dell’uomo e della donna”, che oggi si promuove e che incita al “superamento della famiglia”.

L’analisi delle cause della situazione attuale porta il documento vaticano a sostenere una particolare responsabilità del femminismo. “Dopo Engels – vi si legge infatti – i movimenti femministi hanno esacerbato il carattere della relazione tra individui maschili o femminili, esigendo il superamento della famiglia, affinché la donna si liberi dall’oppressione maschile e della maternità, e la sua individualità possa affermarsi senza ostacoli”. In questo quadro, “guardando ai mezzi a cui si ricorre per evitare di avere figli, mezzi che includono non solo la contraccezione, ma anche l’aborto, appare chiara l’eclissi a ogni riferimento a Dio nella visione predominante sulla procreazione responsabile”.

In questo “cambiamento nel modello di famiglia e di coniugalità” è divenuta “dominante” la realtà di sposi con un solo figlio o al massimo due. “Ciò significa che il compimento di atti coniugali potenzialmente procreativi e’ nulla più che una specie di somma di brevi parentesi all’interno della vita coniugale volutamente resa sterile”. Il che “sta ad indicare un grave oscuramento del valore della procreazione”. E’ legittima invece la “continenza periodica, cioè l’uso del matrimonio solo nei periodi non fertili, quando ci sono cause proporzionate ad essa”, così come sono leciti i “metodi naturali”, nei quali c’è “un atteggiamento di apertura e di affidamento al volere divino”, mentre nella contraccezione “è presente l’affermazione dell’individualismo razionalista ed egocentrico”.

L’attacco alla famiglia si manifesta poi in modo particolare con il “manifestarsi dell’apologia della famiglia monoparentale, ricostituita, omosessuale, lesbica. Coppie formate da omosessuali rivendicano gli stessi diritti riservati a marito e moglie, reclamano persino il diritto di adozione. Donne che vivono una unione lesbica rivendicano gli stessi diritti analoghi, esigendo leggi che diano loro accesso alla fecondazione eterologa o all’impianto embrionale. Inoltre si sostiene che la facilità offerta dalla legge di formare queste coppie insolite, deve andare di pari passo con la facilità di divorziare o ripudiare”.

Ed infine, “si pretende di banalizzare in qualche modo l’aborto con il pretesto che l’autorità non deve penalizzare questo delitto abominevole”. Ma “l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave”, in quanto “uccisione deliberata di un essere umano innocente”. “Nessuna legge al mondo – afferma il documento – potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla legge di Dio. Oggi si pretende di banalizzare in qualche modo l’aborto con il pretesto che l’autorità non deve penalizzare questo delitto abominevole. Essere su questa linea significa ridurre o negare che il delitto, per il fatto stesso di esserlo, richiede una pena. Ma non è concepibile che un delitto possa restare impunito”. In tal senso, per il dicastero per la Famiglia, “l’aborto e l’infanticidio evidenziano l’assenza di una tutela giuridica efficace nei confronti del concepito”.

Nei sistemi giuridici che in varie forme legalizzano l’aborto “non tutti gli esseri umani sono persone. Significa attribuire allo Stato il diritto di decidere chi sia persona e chi non lo sia. E quindi trattare gli esseri umani applicando le stesse regole che si applicano al regno animale”. Ma, “il nascituro è una persona umana”.Asianews