Vita Chiesa

Diocesi di Grosseto, lettera di don Enzo Capitani per la Giornata dei poveri

A MEMORIA !

La Caritas Diocesana di Grosseto vuole rompere il muro di indifferenza globalizzata e l’assistenzialismo emergenziale, e ricordare tanti poveri che sono morti o sulle panchine delle nostre città o nella profondità del nostro Mare Mediterraneo. Se manteniamo viva la memoria di ciò che accade attorno a noi, i poveri non saranno più numeri anonimi per scrivere statistiche ma volti, storie e parte di una umanità che costruisce la storia.

A Mosè

Sei entrato improvvisamente nella mia vita un pomeriggio di 15 anni fa.

Aspettavi nel corridoio della Caritas, dove avevo l’ufficio; tra un colloquio e l’altro mi chiedesti 30 euro per comprare – mi dicesti – un sacco a pelo per dormire la sera! Ti guardai in silenzio, pensando tra me: “Gli credo o no ?” Non risposi, ma ti detti quello che avevi chiesto: mi guardasti stupito e ringraziasti.

Non so se quel pomeriggio comprasti il “sacco a pelo” o se con quei soldi facesti “festa”… più facile e vera la seconda, dal momento che poi ti ho incontrato tutti i giorni per la strada o più semplicemente a mangiare e a fare la doccia in Caritas. Così avevi deciso di vivere la tua vita e di dormire sotto una coltre di stelle. Per tetto l’infinito del cielo, che sempre ti accoglieva anche se non sempre tu ne eri consapevole.

Avevi un nome che riecheggiava ben altri personaggi storici e altre imprese, ma anche tu avevi un “cuore di leone” dal momento che vivere sulla strada richiede coraggio!

Un coraggio che io, a differenza tua, non avrò mai!

Poi, improvvisamente, qualche anno fa ti ho cambiato nome: Mosè! Perché fosti salvato dalle acque di un mare Mediterraneo che non è certamente meno nobile del tuo Mar Rosso, ma con acque ugualmente pericolose. Fosti salvato non dalle mani di una principessa, ma più prosaicamente dai mezzi provvidenziali dei Vigili del Fuoco, che noi comunque chiamiamo “angeli”.

Adesso Mosè hai terminato il tuo viaggio, hai raggiunto la tua Terra Promessa, là dove non c’è dolore né sofferenza, ma solo quell’Amore che forse hai cercato invano nel tuo peregrinare. Ti accoglie l’abbraccio del Padre che ti avvolge col suo cielo trapuntato di stelle.

Aspettami Mosè, perché anch’io, ormai viaggiatore stanco, un giorno ti raggiungerò in una festa che non avrà mai fine; nel per sempre.

Don Enzo Capitani