Vita Chiesa

Due Papi santi: la testimonianza di Floribeth, miracolata da Giovanni Paolo II

A portare la sua testimonianza, di fronte ai giornalisti di tutto il mondo che seguono questo pomeriggio la conferenza stampa nel Media Center allestito nell’atrio dell’Aula Paolo VI, è stata Floribeth Mora Diaz, 51 anni, del Costa Rica, sposata con Edwice Arce Abarca che di mestiere fa il poliziotto ed è presente oggi qui con i loro quattro figli. Una vita tranquilla, fino a quando l’8 aprile del 2011 un forte mal di testa la costringe a recarsi in ospedale. Qualche giorno dopo le viene diagnosticato un aneurisma cerebrale, che, secondo i medici, non le avrebbe lasciato molto da vivere. «Fui immediatamente ospedalizzata dopo la Tac e sottoposta a cure intensive», ha raccontato Floribeth: «In quei momenti ho avuto sempre presente una immagine di Giovani Paolo II a cui mi rivolgevo con la preghiera». Poi la diagnosi: »Il chirurgo mi disse che il mio aneurisma era molto grave perché collocato in una posizione difficile, e non sapeva come operare».

Il chirurgo spiegò a Floribeth che in quell’ospedale non erano in condizioni di fare l’operazione: bisognava andare in Messico, ma loro non avevano soldi per farlo. Così la donna è stata trasferita in un altro settore dell’ospedale, ma le hanno detto che non aveva molto senso continuare il trattamento, avevano già fatto tutto quello che dovevano fare e non sarebbe stato possibile fare di più. Floribeth viene così rimandata a casa, dopo aver ricevuto la notizia «molto dura» che aveva solo un mese di vita. A casa, suo marito ha riunito i figli e ha spiegato loro la situazione, dicendo che la mamma sarebbe tornata a casa non per molto tempo e che dovevano pregare. «Mi rivolgevo molto intensamente a Giovanni Paolo II, non volevo morire per amore dei miei figli. Avevo paura, ma ero anche disponibile alla volontà di Dio». Poi è arrivato quel 1° maggio: Floribeth ha seguito la beatificazione di Giovanni Paolo II alla televisione, e poi si è addormentata con il Rosario in mano. Al risveglio, si è sentita meglio, ha sentito una voce che le diceva «Alzati, non avere paura» e ha visto la sagoma del Papa polacco. «Sì, Signore!», la sua risposta, e si è alzata, è andata in cucina, ha visto suo marito. E da allora si è sentita sempre meglio: il processo di guarigione è cominciato, poi riconosciuto anche dai referti medici.