Vita Chiesa

E’ MORTO MONS. SCATIZZI, VESCOVO A PISTOIA PER 25 ANNI

Attorno alle 1:30 della scorsa notte è morto mons. Simone Scatizzi, vescovo emerito di Pistoia. Ricoverato ai primi di luglio nell’ospedale cittadino per l’aggravarsi di una malattia ematica, mons. Scatizzi ha vissuto con lucidità e coraggio quest’ultima parte della sua vita dedicandosi alla preghiera e alla composizione di testi poetici (saranno pubblicati in un volume, l’ultimo fra i numerosi da lui scritti). Pochi giorni fa, sentendosi vicino alla fine, scrisse di suo pugno un comunicato stampa con parole di ringraziamento e di fede. La Chiesa di Prato ricorda con «affetto e rimpianto» mons. Simone Scatizzi, 33° vescovo di origine pratese, l’unico ancora in vita. «Profondo cordoglio», perché legato da «stima e lunga amicizia», è stato espresso dal vescovo di Prato mons. Gastone Simoni che è stato raggiunto dalla notizia mentre si trova in pellegrinaggio in Terra Santa fino al 31 agosto. Da quando, nel 2006 per sopraggiunti limiti di età, aveva lasciato la diocesi di Pistoia, mons. Scatizzi, su richiesta del Vescovo Simoni, ha curato per la diocesi pratese attività e catechesi di Pastorale familiare, campo ministeriale nel quale si è sempre impegnato. Da tre anni commentava su Tv Prato il Vangelo della domenica. La schedaNato a Coiano (Prato) il 26 maggio 1931, mons. Simone Scatizzi entrò da ragazzo nel Seminario di Prato e dopo gli studi teologici in quello di Pistoia venne ordinato sacerdote – nel duomo di Prato – il 29 giugno 1954. Fu il primo segretario di mons. Pietro Fiordelli, allora vescovo di Prato, e in seguito ricevette numerosi incarichi in quella Curia diocesana fino a diventarne Vicario generale. Il 1 agosto 1977 fu eletto vescovo di Fiesole e consacrato, nel duomo di Prato, l’8 settembre dello stesso anno per le mani di mons. Fiordelli. Il 27 maggio 1981 fu trasferito a Pistoia e rimase su quella cattedra fino al 7 novembre 2006 quando il papa accettò le sue dimissioni per raggiunti limiti di età. In occasione del ventesimo del suo arrivo a Pistoia, il 24 giugno 2001 ricevette, dal sindaco Renzo Berti, la cittadinanza onoraria di Pistoia. Al termine del suo mandato scelse di non rimanere nel territorio di una diocesi che aveva guidato per oltre un quarto di secolo e si ritirò a Firenze in un appartamento di proprietà dell’OAMI (Opera Assistenza Malati Impediti) presso cui prestava funzioni di assistente spirituale. Ha proseguito la sua opera pastorale svolgendo, nella Villa al Palco (Prato), incontri rivolti alle coppie di credenti separati e divorziate: incontri che erano iniziati a Pistoia. Nello suo stemma il motto biblico “Deus ignis ardens”, dal roveto che ardeva nel fuoco ma non si consumava. Nell’elenco dei vescovi che dopo san Romolo (“catechista di Pistoia, vescovo di Fiesole, apostolo di Volterra”) dal I secolo si sono succeduti a Pistoia, mons. Simone Scatizzi occupa il posto 106. Altri cinque i vescovi che hanno guidato la Chiesa pistoiese nel XX secolo: Marcello Mazzanti (fino al 1909), Andrea Sarti (fino al 1915), Gabriele Vettori (fino al 1933), Giuseppe Debernardi (fino al 1954), Mario Longo Dorni (fino al 1981). Dal 2006 la diocesi è guidata da mons. Mansueto Bianchi, nato il 4 novembre 1949 a Santa Maria in Colle (Lucca) e per sei anni vescovo di Volterra. E’ datato 29 settembre 2005 un opuscolo (“Relazione del Vescovo nella prospettiva di fine mandato”) voluto da Scatizzi “per rendere conto del mio agire al Presbiterio e alla mia comunità, referenti essenziali che vengono prima di ogni autorità pubblica”. Vengono ricordate otto “idee” che lo accompagnarono nel dare inizio al suo servizio in Pistoia: Insieme (il nome dato anche alla radio diocesana che ai primi anni Ottanta mons. Scatizzi aiutò a nascere); Ripartire dagli ultimi (la prima opera diocesana fu il Centro Diocesano di Accoglienza); Incarnazione e l’incarnazionismo (“La nostra fede non può risolversi in spiritualismo astratto”, è spiegato nell’opuscolo per indicare una forte attenzione, anche politica, alla comunità); formazione (ampliamento della Scuola di Teologia, istituzione delle Settimane Teologiche, sostegno al Centro culturale Maritain e ad altre realtà analoghe); persona (“in stretto dialogo con il principio del bene comune”); la famiglia (con la costituzione del Centro Famiglia intitolato a Sant’Anna); relazioni con i presbiteri (“Ho usato la forza solo raramente e quando l’ho usata poco dopo me ne sono pentito”); relazioni con i laici (“Tutte le realtà diocesane hanno laici come consiglieri e, moltissime, come primi responsabili”). Un capitolo della pubblicazione è dedicato alle opere diocesane istituite durante il lungo servizio ecclesiale di mons. Scatizzi, vescovo particolarmente attento alla dimensione sociale e politica: Centro di Accoglienza; Case Ceis al Poggiolino e in piazza Servi; CRT onlus Il Tempio; Casa San Martino de Porres; Casa dell’Anziano Monteoliveto; Centro Famiglia e Casa Famiglia Sant’Anna; Casa Ginetta Gori; Casa vacanze a Lizzano e Lancisa; Palazzetta al mare Casa Conchiglia; Centro Alzheimer; Centro giovanile diocesano; Mensa don Siro Butelli. Seguono le strutture realizzate in sinergia con altre parrocchie: OAMI e Centro Anziani a Quarrata; Casa per anziani a Comeana; Casa per minori a Sant’Alessio e Casa Vacanza a Vado Lucoli; Centri di ascolto Caritas ad Agliana, Vinci, Spirito Santo; Casa famiglia per minori e doposcuola a San Paolo; Casa vacanza e spazio formativo a Valdibure e Santomoro; doposcuola a Oste; Pozzo di Giacobbe a Quarrata; Casa per anziani a Maresca; associazione Nuovi Orizzonti a Casore; cooperativa Humanitas a Carmignano; associazione Il Delfino per carcerati; strutture sociali a Vinci e Vitolini. Inserite, nell’elenco, anche strutture culturali: Museo diocesano; Museo Rospigliosi; Museo del Ricamo; strutture museali di Popiglio e Ferruccia; Stanze espositive del Capitolo; Libreria San Jacopo; Sala di lettura nella biblioteca del Seminario; sistemazione dell’archivio diocesano. 16 i documenti con orientamenti e indicazioni per la pastorale che, nei 25 anni di episcopato, sono stati diffusi a firma di mons. Simone Scatizzi. Riguardano, ad esempio, le celebrazioni della Cresima e la pastorale prematrimoniale; il suffragio dei defunti e il servizio di fotografi-cameraman e fiorai durante le celebrazioni liturgiche, i canti e le norme per il diaconato (25 i diaconi permanenti ordinati da mons. Scatizzi), la pastorale familiare e i rapporti con i movimenti ecclesiali. Nel luglio 2005 mons. Scatizzi fu “protagonista” di una vicenda dal forte impatto mediatico nazionale. Dopo l’approvazione, da parte del Consiglio Comunale di Pistoia, del “registro delle Unioni Civili” e in un contesto nel quale si discuteva apertamente di “nozze gay”, il vescovo (“Sono un cittadino come tutti, ho votato sempre alle elezioni politiche e amministrative, pago le tasse ho quindi il diritto di sapere come gli amministratori la pensano”) scrisse una lunga lettera aperta ai consiglieri comunali di Pistoia. Con grande schiettezza e con spirito certo non “politicamente corretto”, pose ai consiglieri 18 domande che ebbero un fortissimo impatto mediatico a livello nazionale. Domenica 26 novembre 2006, in una affollatissima chiesa cattedrale di Pistoia, mons. Simone Scatizzi si congedò da Pistoia, interrotto da molti applausi. Fra i presenti anche le massime autorità cittadine e provinciali il sindaco Renzo Berti, gli ex sindaci Renzo Bardelli e Lido Scarpetti, l’allora ministro (Rapporti con il Parlamento) Vannino Chiti. In un discorso particolarmente apprezzato, consegnò alla città la sua eredità: “i poveri”. “Non vi lascio nulla di mio – aveva scritto nelle settimane precedenti ai fedeli della diocesi – perché di mio non ho nulla da poter lasciare”. E nel discorso di saluto disse, fra l’altro: “Non saranno le leggi a cambiare il mondo, sono invece le scelte irresponsabili, avventate, occasionali a creare una mentalità diversa, scissa, politeista, frantumata, libertaristica, a creare un mondo senza valori condivisi, senza criteri portanti. Sta qui la politica buona o cattiva: per il bene comune o il puto interesse; per un mondo effimero senza speranza o per una società che progetta il futuro”. In quella occasione il Vicario generale mons. Giordano Frosini, nel suo discorso di saluto, sintetizzò così i 25 anni di mons. Scatizzi a Pistoia: “un episcopato, quello del vescovo Simone, che si è qualificato soprattutto per l’amore ai poveri e ai sofferenti, per la cura pastorale della famiglia, per la sensibilità sociale dimostrata e l’impegno di promozione umana”. Il 24 dicembre 2005 in occasione del tradizionale scambio di auguri natalizi con i direttori degli Uffici diocesani – sapendo che quella sarebbe stata l’ultima occasione del genere – regalò un fascicolo con alcune poesie inedite. Di mons. Scatizzi è sempre stata nota la sua passione per questa forma comunicativa: ha scritto molti volumi di poesie e usava fare gli auguri, in occasioni varie, proprio regalando qualche suo scritto in forma poetica. “Libero”: questo il titolo dell’ultima poesia in quel fascicolo: “Libero di sorridere e di cantare. Libero di amare senza nulla chiedere, senza nulla aspettare”. E in quella occasione mons. Scatizzi fornì ai direttori di Curia, un consiglio per aiutare i primi passi del vescovo che sarebbe venuto. “Evitate di ripetergli che il vescovo precedente avrebbe detto così o fatto così: questo crea un inutile turbamento”.