Vita Chiesa

E la parrocchia si riunisce davanti ai tabernacoli

di Nicoletta BeniniColline verdeggianti ricche di antichi sapori e tradizioni, nel mezzo un piccolo borgo come tanti in Toscana, ormai diventato famoso anche fuori dai confini italiani; di Greve in Chianti molto si potrebbe raccontare, ma in questo mese di maggio, dedicato al culto mariano, si deve sottolineare quanto questa ridente cittadina abbia fatto della devozione alla Madonna una scelta di fede e di attività pastorale molto profonda e partecipata. Abbiamo incontrato il parroco del paese don Carlo Ronconi il quale ci ha detto quanto il culto a Maria abbia, a Greve, «profonde radici anche perché da sempre si è avuto nella comunità una forte presenza femminile».

Com’è è vissuto oggi dai fedeli il culto mariano?

«Nel tempo, il culto alla Madonna, è rimasto come pietà popolare e, anche in un anno particolare e ricco di significati quale quello dell’Eucarestia, non c’è altrettanta attenzione rispetto alla devozione alla Madre di Gesù. Certo la devozione a Maria è comunque la strada per arrivare all’incontro con il Signore e quindi alla mensa eucaristica. Nel Documento dedicato al Santo Rosario, Giovanni Paolo II ha sottolineato quanto questo si arricchisca vicendevolmente con il culto dell’Eucarestia: Maria dunque è la strada che porta a Gesù Cristo ed è per questo definita “donna eucaristica”».

Quali sono le iniziative particolari qui a Greve dedicate alla devozione mariana?

«Ormai da diversi anni, insieme agli altri parroci dei paesi vicini ed insieme a don Solaro Bucci nativo novanta anni fa di Greve e ancora in servizio presso la Casa di Riposo, abbiamo scelto di dare un’impronta mariana alla pastorale. In ognuno dei sette rioni in cui è diviso il paese, con l’aiuto ed il sostegno anche delle autorità civili, è stato costruito un tabernacolo dedicato alla Madonna che è diventato il centro, il punto di riferimento più importante di quel rione: l’arredo urbano si è impreziosito anche grazie all’opera di maestri artigiani e di artisti che hanno prestato la loro arte a questa causa. Il primo tabernacolo è stato costruito nel 1996 in occasione del bicentenario dell’arrivo da Arezzo della Madonna del Conforto».

Ci sono altri «segni» visibili che la devozione mariana ha portato a Greve?

«A Greti, piccolo centro a noi confinante, l’artista fiorentino Beppe Frattagli ha costruito un tabernacolo ed inoltre è stato l’autore della Via Matris, “i sette dolori di Maria” per la pietà popolare: lungo la strada che dal borgo di Greve sale al convento di San Francesco ci sono 7 formelle in terra cotta che rappresentano appunto i 7 dolori della Vergine Maria. Quindi ancora una volta la Madonna fondamento della fede e della Chiesa anche nel dolore che si fa strada di salvezza. Inoltre al Castello di Montefioralle, proprio in ricordo della particolare devozione di Giovani Paolo II al rosario, sono state fatte 5 formelle dedicate ai Misteri della Luce inaugurate nel 2004. Vorrei poi ricordare il Documento di Unità Pastorale di tutto il territorio di Greve sulla devozione a Maria e la preghiera del rosario: molte le occasioni ed i momenti di una preghiera più consapevole, profonda e meditata. Infine, il Diotto (8 settembre), in ricordo del primo centenario della Madonna del Conforto del 1896, è ancora oggi una grande festa religiosa e civile. Per questa occasione dieci giorni sono dedicati al perdono e ogni anno viene fatto un particolare pellegrinaggio in un santuario mariano».

Nel cuore del Chianti quindi, Greve non più solo città del vino, ma per molti anche «città di Maria». Noi lasciamo l’antico borgo con ancora una curiosità: la piazza del paese ha una forma particolare, «a baccalà» si scrivevano Papini e Giuliotti nel loro epistolario, ma le vecchie mappe del paese, conservate nel palazzo comunale, mostrano qualcos’altro: la forma di una freccia che dalla strada sale decisa verso la parte più alta, cioè verso la chiesa e per don Carlo non ci sono dubbi: «Maria è la freccia che conduce verso Gesù».