Vita Chiesa

ECUMENISMO: A MOSCA IL CARD. KASPER E IL PASTORE KOBIA, DOCUMENTO DEL PATRIARCATO SULLO STATO DEL DIALOGO

Preoccupazione per le derive laiciste che si registrano “in una parte significativa del mondo protestante” e rifiuto di ogni “sincretismo religioso”. Sono sostanzialmente questi “i paletti” posti dal Patriarcato di Mosca al dialogo con le altre confessioni cristiane e con le organizzazioni interconfessionali. È quanto si legge in un documento diffuso oggi in lingua inglese dal titolo “Sull’atteggiamento della Chiesa ortodossa verso i non ortodossi e le organizzazioni interconfessionali”. Il testo è uno dei quattro documenti a cui il Santo Sinodo ha lavorato dall’aprile di quest’anno in relazione ai rapporti tra il Patriarcato di Mosca con la Chiesa ortodossa all’estero. Il documento è stato reso noto proprio nel giorno in cui si trovano a Mosca il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e il pastore Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese, per una serie di colloqui con rappresentanti del Patriarcato di Mosca. “Una significativa parte del mondo protestante – si legge nel testo – ha stretto un patto con l’umanesimo liberale, perdendo sempre più il suo legame con la Tradizione della Santa Chiesa e cambiando le norme stabilite dalla moralità e dagli insegnamenti dogmatici”. “Simili derive suscitano una profonda preoccupazione e hanno portato la Chiesa ortodossa a ripensare la sua relazione con diverse confessioni e organizzazioni inter-confessionali”. Il Patriarcato chiede di “trovare una soluzione al problema nel prossimo futuro” e, nominando espressamente il Consiglio mondiale delle Chiese, afferma che “una condizione” per una partecipazione della Chiesa ortodossa russa all’organismo ecumenico è “l’esclusione del sincretismo religioso”. “La Chiesa ortodossa esclude ogni possibilità di comunione liturgica con i non-ortodossi. In particolare, ritiene impossibile per gli ortodossi partecipare ad azioni liturgiche connesse con i cosiddetti servizi religiosi ecumenici o inter-confessionali”. “Ciononostante – si legge nel documento – la possibilità di cooperazione con i non-ortodossi non è esclusa, per esempio, nell’aiuto agli emarginati e in difesa degli innocenti, in azioni contro l’immoralità e partecipando ai progetti di solidarietà ed educativi”. Il dialogo “rimane necessario” per “superare pregiudizi e sfatare false opinioni. Tuttavia, non è necessario sminuire o oscurare le differenze tra l’ortodossia e le altre confessioni”.Sir