Vita Chiesa

ECUMENISMO, AL METROPOLITA KIRILL (MOSCA) LA LAUREA HONORIS CAUSA IN SCIENZE POLITICHE

Con una solenne cerimonia, l’Università di Perugia ha conferito questa mattina nell’aula magna dell’Ateneo la Laurea honoris causa in scienze politiche al Metropolita di Smolenk e Kaliningrad, Sua Eminenza Kirill, “figura di spicco – si legge nella motivazione della laurea – della società e della cultura russa” che ha “sempre guardato e lavorato per l’incontro fra le chiese cristiane, per la pace, per il rispetto fra i popoli”.

La commissione di laurea, presieduta dal rettore Francesco Bistoni e dal preside di Scienze politiche Giorgio Eduardo Montanari e composta da dieci docenti della facoltà, ha conferito il titolo accademico all’alto prelato della chiesa ortodossa russa, secondo un cerimoniale in lingua latina, risalente al XVI secolo. Al termine della cerimonia, dopo che i docenti hanno espresso consenso unanime apponendo nell’urna dodici fave bianche, il rettore ha consegnato al neolaureato la pergamena, quindi il libro simbolo del sapere, l’anello a dimostrazione della “congiunzione” con le scienze politiche e per ultimo la toga dottorale.

Alla cerimonia hanno assistito autorità civili e religiose, tra cui il sindaco di Terni Paolo Raffaelli e mons. Sergio Goretti, presidente della Conferenza episcopale umbra. Prima di recarsi all’Università, il metropolita Kirill ha visitato con il suo seguito il palazzo arcivescovile di Perugia. Ad accoglierlo c’erano l’arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti e i vescovi umbri: Sergio Goretti, Pietro Bottaccioli, Arduino Bertoldo e Vincenzo Paglia, i canonici del Capitolo della cattedrale di San Lorenzo e alcuni membri del clero perugino. Mons. Chiaretti ha dato al metropolita il “benvenuto in Umbria”, anche a nome delle altre sette diocesi della terra “dei santi Benedetto e Francesco, che con il loro carisma molto hanno giovato all’Europa e alla Chiesa di Cristo” ed ha ricordato lo stretto legame che unisce Perugia “ai fratelli ortodossi”. Il metropolita ha ringraziato, dicendo: “La storia di questa terra bagnata dal sangue dei primi martiri cristiani e la visita dei suoi luoghi mi riempiono di gioia, perché è l’immagine, come in un sogno, della Chiesa indivisa”. Sir