Vita Chiesa

ECUMENISMO: APERTO A ROMA CONVEGNO CATTOLICO-ORTODOSSO SULLA VECCHIAIA

“Nell’amore per i poveri, i cristiani, cattolici e ortodossi, si ritrovano”. Con queste parole, il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha dato il via questa mattina a Roma nella sede trasteverina della Comunità di sant’Egidio al convegno dal titolo “Il dono della vecchiaia. Ortodossi e cattolici nella via della carità”. A riempire la sala della Pace, c’erano le delegazioni dei Patriarcati ortodossi di Mosca, Ucraina e Romania e gli ambasciatori di Romania, Brasile, Austria, Francia, Macedonia e Slovenia. La relazione principale è stata affidata a Filaret, metropolita di Minsk e Sluck, esarca patriarcale di tutta la Bielussia del Patriarcato di Mosca. Introducendo i lavori, il card. Koch ha ricordato come il convegno della Sant’Egidio sia giunto quest’anno alla seconda edizione. Un anno fa, la comunità aveva proposto come tema di riflessione “I poveri sono il tesoro prezioso della Chiesa”. Quest’anno la scelta è ricaduta sul tema degli anziani “perché – ha spiegato Koch – la vecchiaia è una sfida del nostro tempo rispetto alla quale i cristiani possono lavorare insieme. Gli anziani costituiscono una sfida per i nostri paesi europei. Sono per le nostre società una domanda d’amore ma al tempo stesso una risorsa di senso per un mondo segnato da un materialismo pervasivo”. A fare gli onori di casa, c’era Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità. “Nell’amore – ha detto – nell’oceano d’amore, le differenze tra i cristiani non sono più un ostacolo”. Ed ha aggiunto: “Nei rapporti umani, esistono molte tentazioni. Sono tentazioni spesso di origine politica o ideologica perché l’uomo è un essere complesso. Ecco perché noi sentiamo che la via dell’amore è una via decisiva in cui si annullano i pregiudizi, si supera l’indifferenza”. Da qui l’invito ad “essere grandi nell’amore”, che “per noi significa – ha detto Riccardi – essere umili. Giovanni Paolo II ce lo ha testimoniato, ci ha sempre detto che il cristianesimo è una forza umile ma più forte degli arroganti di questo mondo”. Il povero dunque come misura dell’amore cristiano, addirittura come “sacramento” perché – ha concluso Riccardi – “il povero rende il mondo più umano e i cristiani più fratelli tra loro”. “Anziani abbandonati, ingannati dai figli. Spesso oggetto di fastidio e di irritazione da parte dei parenti. A volte per i dolori della malattia, sono addirittura tentati a porre fine ai loro giorni. Ospizi, eutanasia. Tutto ciò ferisce la nostra coscienza e mette a nudo la vecchiaia di tutta la sua indifesa fragilità”. Una relazione appassionata quella pronunciata oggi dal metropolita Filaret, esarca patriarcale di tutta la Bielorussia del Patriarcato di Mosca a cui la Comunità di sant’Egidio ha affidato l’apertura del convegno ecumenico in corso oggi a Roma sulla vecchiaia. A differenza di un passato anche recente, “le persone di età avanzata – ha detto il metropolita – si distinguono oggi come gruppo sociale separato e questo succede perché la vecchiaia ha smesso di essere una parte naturale della vita diventando fenomeno e problema la cui soluzione richiede sforzi particolari”. Il metropolita ha quindi parlato del “dono” che gli anziani rappresentano nel “mosaico della contemporaneità”. Sono – ha detto – e rimangono “pur nella loro indifesa fragilità” il “simbolo della sazietà della vita”, “il segno della pienezza della conoscenza di Dio”, “una domanda alla nostra anima”. “E’ compito dell’anziano mantenere viva la memoria alle nuove generazioni perché non si smarriscano sulla via della menzogna; comunicare vita alla tradizione, far andare avanti il giovane incontro all’avvenire. Paradossalmente l’anziano apre al futuro”.Sir