Vita Chiesa

ECUMENISMO, INCONTRO TRA BENEDETTO XVI E PRIMATE ORTODOSSO DI CIPRO; DICHIARAZIONE COMUNE E APPELLO PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE

“Un’opera immane” ci attende, al di là delle capacità umane, per giungere alla piena comunione tanto auspicata da Cristo: con parole di gioia e gratitudine Benedetto XVI ha accolto stamani, nella Biblioteca privata in Vaticano l’arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro, Chrysostomos II, giunto a Roma martedì scorso. L’incontro è stato suggellato con la firma di una “Dichiarazione comune”, e si è poi concluso con un momento di preghiera. Oggi, ha detto il Papa, facciamo esperienza “del dono della perseveranza… poiché, nonostante la presenza di secolari divisioni, di strade divergenti, e malgrado la fatica di ricucire dolorose ferite, il Signore non ha cessato di guidare i nostri passi sulla via dell’unità e della riconciliazione. E questo è per tutti noi motivo di consolazione, poiché l’odierno incontro si inserisce in un cammino di sempre più intensa ricerca di quella piena comunione tanto auspicata da Cristo: ut omnes unum sint”.

Da Cipro a Roma non semplicemente per uno “scambio di cortesia ecumenica”, ha sottolineato il Papa, ma perché sospinti dalla necessità e dall’urgenza di “proseguire, senza scoraggiarci il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme”. Un’“opera immane”, “che va la di là delle capacità umane”, per cui “è necessario affidarsi innanzitutto alla preghiera”, ma anche porre in atto “ogni valido mezzo umano, che possa giovare allo scopo”. Dunque, ha raccomandato Benedetto XVI, “uno sforzo costante, animato da una volontà certa e da una speranza incrollabile nella potenza del Signore”.

Richiamando le origini della Chiesa di Cipro, ricca di Santi tra cui Epifanio e Barnaba, Benedetto XVI ha sottolineato come ancora oggi occorra vigilare “attentamente per mettere in guardia il Popolo di Dio dai falsi profeti, dagli errori e dalla superficialità di proposte non conformi all’insegnamento” di Cristo. Ha fatto eco alle preoccupazioni del Papa, l’arcivescovo Chrysostomos II, evidenziando come l’Europa, “culla della civiltà occidentale” e “sede gloriosa dello spirito cristiano”, stia “attraversando un periodo di crisi e di disorientamento, di ateismo e di dubbio, di secolarizzazione e di decadenza”. “La società e l’uomo del nostro tempo ha sete e cerca”, ha detto l’arcivescovo cipriota, invitando le Chiese d’Europa a rispondere unite, pena il fallimento di tanti sforzi isolati e la condanna alla disperazione esistenziale di tanti uomini e donne del nostro tempo.

La visita a Benedetto XVI giunge alla vigilia dei 35 anni dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Repubblica di Cipro, ha ricordato l’arcivescovo ortodosso, facendo appello alla preghiera del Papa per il ritorno alla pace e all’unità nell’isola di Cipro, dove “i diritti umani vengono calpestati”, ha denunciato Chrysostomos II, e dove “la Chiesa soffre ma anche resiste dignitosamente”. Quindi, in un clima di grande fraternità è stata firmata una “Dichiarazione comune” di impegni e speranze per la “piena unità tra tutti i cristiani”, rispondendo alle attese dei tempi. Nel documento si elencano le urgenze drammatiche per la pace in Medio Oriente, e si fa appello a tutti quelli che nel mondo alzano la mano contro i propri fratelli a deporre le armi. Si pone quindi la difesa dei diritti umani a partire dalla libertà religiosa. Si chiede poi all’Europa di non limitarsi ad una cooperazione meramente economica ma di poggiare su “solide basi culturali” e su “condivisi riferimenti etici”, e di aprirsi alla “dimensione religiosa”. Ci sono poi le sfide della bioetica che vanno ad intaccare la dignità dell’uomo e dell’ambiente che minacciano il Creato e ancora della povertà, della fame e delle malattie in cosi tanti Paesi. Infine, l’invocazione al Signore della storia perché “l’annuncio di salvezza del Vangelo raggiunga le nuove generazioni e sia luce per tutti gli uomini”. (Fonte: Radio Vaticana)

La “Dichiarazione comune” di Benedetto XVI e Chrysostomos II