Vita Chiesa

ECUMENISMO: RIPRENDE DIALOGO TEOLOGICO CON ORTODOSSI; BIANCHI (BOSE): «ATTESA DI GESTI CONCRETI»

Sarà dato a Costantinopoli il 30 novembre prossimo in occasione della solennità di Sant’Andrea l’annuncio della ripresa del dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le chiese ortodosse. Lo ha rivelato questa mattina il priore della comunità monastica di Bose Enzo Bianchi, intervenendo a Roma al convegno nazionale Cei dei delegati diocesani per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Come ogni anno, alla festa di sant’Andrea, si recherà a Costantinopoli il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, con una delegazione vaticana per contraccambiare la visita resa da una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli il 29 giugno scorso, per la festa a Roma dei santi Pietro e Paolo.

“Attorno ad un cambio di Pontificato – ha detto Bianchi – c’è sempre attesa di eventi che possono accendere nuove speranze ma anche essere motivi di delusioni”. Le dichiarazioni finora fatte da Benedetto XVI sul cammino ecumenico “non sono una semplice ripetizione di cose già affermate ma una assunzione personale e convinta di un cammino fatto. Ma il Papa ha anche detto che non bastano le manifestazioni di buoni sentimenti, che occorrono gesti concreti che possano entrare negli animi e scuotere le coscienze. Ecco, noi siamo in attesa di gesti concreti, di fatti che possano aiutare a compiere una riconciliazione delle memorie, di impulsi positivi. Siamo in attesa e ci sembra di cogliere questi segni di attesa, ovunque, nelle altre chiese cristiane. Segni di una ripresa dinamica dell’ecumenismo”.

Tra questi “segni” – ha proseguito il priore di Bose – c’è sicuramente la ripresa – voluta “con il consenso di tutte le chiese ortodosse” – del dialogo teologico tra la chiesa cattolica e le chiese ortodosse. Dialogo fermo alla dichiarazione di Balamand del 1993 nella quale si affermava che l’uniatismo non è più oggi e per il futuro un metodo per giungere alla piena unità. Con questa dichiarazione però non si sono ancora chiarite tutte le questioni tanto che è seguita la rottura con l’incontro di Ariccia nel ’96 e proprio sulla questione delle Chiese greco-cattoliche si è arenato il lavoro della Commissione internazionale congiunta cattolico-ortodossa nell’incontro di Baltimora (luglio 2000).

“Il problema più sentito, la causa primaria di conflitti, l’ostacolo più grande sulla via della riconciliazione – ha confermato Bianchi – resta la presenza delle Chiese uniate, Chiese cioè che pur in comunione con Roma, si vogliono greche, orientali, bizantine”. La loro presenza è avvertita dagli ortodossi spesso come una minaccia, tanto da rendere il dialogo su questi temi spesso “litigioso”. Grande conoscitore del mondo ortodosso, il priore Bianchi ha detto che “l’ecumenismo si nutre di grande pazienza”. “Alle spalle – ha concluso – abbiamo segni di contraddizione e segni ecumenici di riconciliazione, come la restituzione della Madonna del Kazan al Patriarcato di Mosca. E’ venuta l’ora di verificare la profonda motivazione che ci spinge a vivere per l’unità dei cristiani, di vedere cioè se il nostro ecumenismo nasce da una vera ascesi, da un autentico rinnegamento di se, da una radicale conversione al Vangelo”.

Domani mattina, mons. Domenico Mogavero, sottosegretario della Cei, presenterà ai partecipanti del Convegno Cei la “Nota sui matrimoni islamo-cristiani” con le “indicazioni della presidenza della Conferenza episcopale italiana”. Sir